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Yazidi, la minoranza che fa della purezza la propria forza

07 agosto 2014 | 17.11
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Dopo quella cristiana, curda e sciita, è la comunità finita maggiormente nel mirino dello Stato islamico, i cui miliziani osservano un Islam sunnita di stampo fondamentalista

(Xinhua)
(Xinhua)

E' la comunità degli yazidi, dopo quella cristiana, curda e sciita, a essere finita nel mirino dello Stato islamico, i cui miliziani osservano un Islam sunnita di stampo fondamentalista. Setta che combina l'Islam e il Zoroastrismo, secondo la definizione della Theosophical Society of America, quella degli yazidi conta circa 700mila esponenti al mondo. Oltre a credere in un Dio creatore dell'Universo, i yazidi confidano nell'esistenza di altre sette divinità o angeli che periodicamente si incarnano in uomini. La più importante è Tawsi Melek o Melek Taus, traducibile in "Angelo Pavone" o "Re Pavone", come spiega il sito di yeziditruth.org. Triste la loro reputazione di essere 'adoratori del diavolo', che è collegata all'altro nome di Melek Taus,  Shaytan, lo stesso nome che il Corano usa per indicare Satana. La maggiore presenza di yazidi si concentra nella provincia di Niniveh in Iraq, dove si stima vivessero circa 500mila esponenti di questa comunità prima dell'avanzata dello Stato islamico che ha portato almeno 200mila persone, tra cui 40mila yazidi, ad abbandonare le città di Zumar e Sinjar sotto la minaccia di morte a meno di una conversione all'Islam sunnita. Minoranze yazidi sono presenti anche in Germania (oltre 40mila), Siria (tra i 12 e i 15mila), Russia, Armenia e Georgia, mentre si stima che solo 500 di loro vivano negli Stati Uniti. La maggior parte di loro parla il curdo, tranne gli abitanti dei villaggi Bashiqa e Bahazane che sono di lingua araba.

Etnicamente, i yazidi sono curdi. Il loro principale luogo sacro si trova a Lalish, a nord est di Mosul nel nord dell'Iraq, che ospita la tomba di Sheikh Adi ibn Musafir dov'è auspicabile compiere pellegrinaggio di sette giorni almeno una volta nella vita. La società degli yazidi è gerarchica. Il leader laico è un emiro o principe ereditario, mentre uno sheikh è a capo della gerarchia religiosa. Strettamente endogamici e prevalentemente monogamici, gli esponenti delle tre caste degli yazidi devono esclusivamente sposarsi tra di loro, pena la morte per l'onore perduto. Per gli yazidi ha una notevole importanza la purezza religiosa, per cui considerano 'inquinante' un eccessivo contatto con chi non appartiene alla setta. Tra le usanze, evitano di indossare abiti di colore blu. Le origini di tale divieto non sono chiare, ma possono derivare dalla volontà di non usurpare il colore dell'Angelo Pavone o perché il colore rappresenta  il diluvio universale.

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