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Orrore in Iraq: 500 morti nella fossa comune, donne e bambini sepolti vivi. Usa: avanti con i raid

10 agosto 2014 | 12.23
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Le vittime sono tutte appartenenti alla minoranza religiosa degli yazidi. 300 donne sequestrate come schiave. Il presidente Usa annuncia tempi lunghi per l'attività di contrasto ai jihadisti dello Stato islamico. Aiuti internazionali ai profughi in fuga. Mogherini: "Valutiamo intervento con il ministero della Difesa". Il Papa: "Sgomenti per violenze contro i cristiani"

Rifugiati cristiani in Iraq /Infophoto - INFOPHOTO
Rifugiati cristiani in Iraq /Infophoto - INFOPHOTO

Orrore in Iraq dove i miliziani dell'Isil hanno ucciso almeno 500 appartenenti alla minoranza religiosa degli yazidi durante la loro offensiva a Sinjar, nel nord del Paese. E' quanto denuncia il ministro dei Diritti umani iracheno Mohammad Shia al-Sudani. I jihadisti avrebbero sepolto vive alcune delle loro vittime, tra cui donne e bambini. Secondo il ministro, altre 300 donne sarebbero state sequestrate come schiave.

E per contrastare l'avanzata dei jihadisti dello Stato islamico proseguono "con successo", come affermato oggi dal presidente Usa Barack Obama, i raid americani. Prima di lasciare la Casa Bianca per un breve periodo di vacanza con la famiglia, Obama pur confermando che non ci sarà una nuova guerra Usa nel Golfo, ha tuttavia annunciato tempi lunghi per la fine delle operazioni di contrasto all'Isil tese a "evitare un genocidio".

Intanto almeno ventimila civili sono riusciti a mettersi in salvo lasciando le montagne di Sinjar, riferisce l'emittente Al Arabiya, citando fonti ufficiali irachene.

Aiuti arrivano in Iraq anche dall'Europa. Un aereo militare britannico ha lanciato oggi il primo carico di aiuti umanitari, ha confermato il ministero della Difesa britannico.

Mentre la diplomazia francese è al lavoro con il ministro degli Esteri, Laurent Fabius, a Baghdad per una serie di incontri con i vertici del governo iracheno per discutere della crisi in atto. Fabius si recherà anche ad Erbil, nel Kurdistan iracheno, e sovrintenderà alla consegna dei primi aiuti umanitari francesi destinati ai profughi minacciati dai jihadisti dell'Isil.

Dall'Italia il ministro degli Esteri Federica Mogherini annuncia che oltre allo sforzo per fare arrivare gli aiuti umanitari in Iraq, il governo sta "valutando una serie di altre iniziative in questi giorni che non riguarderanno probabilmente soltanto il ministero degli Esteri, ma potranno riguardare anche il ministero della Difesa". Per la titolare della Farnesina, la "priorità assoluta è quella di difendere i civili" accanto a quella di "fare fronte all'avanzata dell'Isil".

Invoca l'intervento militare oltre che umanitario l'osservatore vaticano presso le Nazioni Unite, arcivescovo Silvano Maria Tomasi. "C'è l'urgenza di difendere anche fisicamente i cristiani nel nord dell'Iraq - dice ai microfoni di Radio Vaticana - provvedere all'aiuto umanitario, a cibo e acqua, perché i bambini e i vecchi stanno morendo per mancanza di aiuti alimentari: bisogna intervenire adesso, prima che sia troppo tardi. Decine di migliaia di cristiani e di altre minoranze - sottolinea Tomasi - hanno bisogno urgente di essere aiutati. L'azione militare forse in questo momento è necessaria ma mi pare anche urgente fare in modo che coloro che forniscono armi e denaro ai fondamentalisti, i Paesi che tacitamente li appoggiano, vengano allo scoperto e smettano questo tipo di supporto, che alla fine non fa del bene né ai cristiani né ai musulmani".

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