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L'allarme del vescovo di Baghdad: "Il mondo stia attento ai jihadisti o se li troverà in casa"

30 agosto 2014 | 18.17
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Mons. Warduni avverte: "Gli europei, l'America, l'Onu devono sapere che queste comunità così forti e integraliste vogliono solo fare il male, solo uccidere: tutti devono essere distrutti, eccetto loro. Vogliono sradicarci e adesso ci cacciano dalle nostre case"

 Cristiani iracheni rifugiati in una chiesa a Erbil (foto Infophoto)
Cristiani iracheni rifugiati in una chiesa a Erbil (foto Infophoto)

''Tutto il mondo deve prendere in considerazione queste cose, perché questi vogliono arrivare in tutto il mondo e c'è chi li spinge, chi li sostiene: con le armi, con il denaro, con tante altre cose. Quindi, se tutta la comunità internazionale non sta attenta, penso che un giorno se li ritroverà davanti alle sue porte di casa e dirà: 'Fuori!'''. A lanciare l'allarme, intervenendo al Meeting di Rimini, il vescovo ausiliare del Patriarcato caldeo di Baghdad, Shlemon Warduni, che ha denunciato la paralisi della comunità internazionale di fronte all'offensiva estremista in Iraq.

''Noi vogliamo che l'Europa, l'America, tutti prendano la cosa sul serio - ha spiegato, intervistato dalla Radio Vaticana - E' una situazione che mette in pericolo tutto il mondo. Devono saperlo, questo, gli europei, l'America, l'Onu, che queste comunità così forti e integraliste vogliono solo fare il male, solo uccidere: tutti devono essere distrutti, eccetto loro''.

''Non avremmo mai pensato che questo potesse succedere! Siamo preoccupati, siamo desolati, siamo tristi perché non comprendiamo perché questi fanno così. Abbiamo tra i musulmani cari amici: abbiamo vissuto centinaia di anni insieme! Questo fanatismo è irragionevole! La nostra gente, i nostri fedeli, ci chiedono di fare qualcosa, ma cosa possiamo fare?'', si chiede mons. Warduni.

''Noi abbiamo gridato e gridiamo per dire: dite al mondo che noi siamo in grande pericolo! - prosegue il vescovo caldeo di Baghdad - Mosul, Ninive che è cristiana da duemila anni, sono ormai due mesi che non vi si sente alcuna preghiera cristiana, non c'è Santa Messa… Vogliono sradicarci e adesso ci cacciano dalle nostre case, dai nostri villaggi con la minaccia: se non ve ne andate, sarete ammazzati. Se non volete essere ammazzati, diventate musulmani, altrimenti pagate la jizya (tributo, ndr)''.

''Azioni di forza potrebbero risolvere il problema; però, ci sarebbero tante vittime - ragiona mons. Warduni - Ma noi abbiamo detto, e diciamo e diremo: prima di tutto, non vendete le armi! In ballo ci sono le armi, sono quelle che fanno il male, perché questa gente è forte perché ha le armi; altrimenti, cosa potrebbero fare contro l'esercito iracheno oppure contro l'esercito del Kurdistan?''.

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