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Gb: Scozia, l'indipendenza è rischiosa per il whisky

17 settembre 2014 | 17.24
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L'indipendenza della Scozia non farebbe bene ad un prodotto simbolo come il whisky. Secondo un'analisi della banca olandese Rabobank, rilanciata dal Guardian, una vittoria del Si comporterebbe "rischi significativi" per l'industria del whisky, secondo bene d'esportazione dopo il petrolio.

Con l'indipendenza, secondo le stime della Rabobank, la Scozia rischia infatti di rimanere fuori dall'Unione Europea per almeno due anni. In questo periodo, sottolinea l'analista Elena Saputo, i prodotti scozzesi come il whisky potrebbero perdere accesso all'aerea di libero mercato dell'Ue e rimanere fuori dagli accordi commerciali con altre aree del mondo stipulati dall'Unione Europea. Inoltre i coltivatori scozzesi di orzo, il cereale necessario per produrre il malto, perderebbero i sussidi agricoli europei. Per non parlare dei problemi derivanti dalle incertezza della valuta, dato che la Scozia indipendente non potrà più usare la sterlina. A perderci sarebbero soprattutto le piccole distillerie, orgoglio degli scozzesi.

La Scotch Whisky Association aveva già esternato nei giorni scorsi la sua preoccupazione per le conseguenze di una vittoria dell'indipendenza al referendum di domani. Sottolineando anche l'importante lavoro di promozione del prodotto svolto dalle ambasciate britanniche nel mondo. Non è sicuramente un caso che la Regina Elisabetta abbia scelto una bottiglia di whisky per battezzare in luglio con il suo nome la più grande portaerei della marina britannica nel cantiere navale scozzese di Rosyth. La bottiglia proveniva dalla distilleria Bowmore dell'isola scozzese di Islay, la prima 'fabbrica di whisky' visitata dalla regina durante il suo regno.

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