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Proteste anti-Pechino a Hong Kong, gli Usa: "Siamo con voi". La Cina: "Non interferite"

29 settembre 2014 | 10.11
LETTURA: 4 minuti

In 100mila nelle strade contro il sistema elettorale restrittivo imposto dal governo (Fotogallery/Video). Le forze dell'ordine sono intervenute con spray al pepe e manganelli. Più di 200 linee di autobus cancellate o deviate. A Taiwan manifestazioni di solidarietà verso l'ex colonia britannica. Artisti in campo per #UmbrellaRevolution

Proteste anti-Pechino a Hong Kong, gli Usa:


Strade bloccate, lacrimogeni, bus deviati: Hong Kong è 'occupata'. Decine di migliaia di manifestanti hanno infatti bloccato le principali strade della città nell'inarrestabile protesta contro il sistema elettorale restrittivo imposto da Pechino (Fotogallery).

Nella notte tra domenica e lunedì la polizia è intervenuta con gas lacrimogeni, spray al pepe e manganelli ma non è riuscita a disperdere la folla.

E alla vigilia di una nuova notte di protesta, testimoni raccontano via Twitter di una presenza minore delle forze dell'ordine. Philip Wen, corrispondente del 'Sydney Morning Herald and The Age', twitta: "Presenza della polizia molto più leggero finora". Gli fa eco Julie Makinen: "In Central #occupyHK niente polizia qui stasera".

In mattinata molti pendolari non sono riusciti ad andare al lavoro a causa delle strade bloccate: più di 200 linee di autobus sono state cancellate o deviate.

La protesta dilaga e la Cina avverte gli Stati Uniti: nessun governo straniero deve "interferire" nella politica interna di Hong Kong sostenendo le proteste democratiche in corso nell'ex colonia britannica. E' questo il monito arrivato dal governo cinese in risposta alle dichiarazioni arrivate da Usa e da altri Paesi a sostegno dei manifestanti.

"Il governo centrale è fermamente contro ogni attività illegale tesa a distruggere il rispetto della legge e la società pacifica ad Hong Kong" ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying. "Speriamo che Paesi importanti tengano a freno dichiarazioni e azioni".

Gli Stati Uniti, ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest, seguono da vicino le proteste in corso e "sostengono le aspirazioni della gente di Hong Kong".


La protesta, partita la settimana scorsa dagli studenti, si è allargata con l'adesione del gruppo pro democrazia 'Occupy Central' che ha detto di voler sostenere "il movimento spontaneo della gente di Hong Kong".

Secondo le stime del movimento, sono scese in strada almeno 100mila persone. "Eravamo qualche centinaio, poi abbiamo visto migliaia di persone che bloccavano il traffico su Harcourt Road per unirsi alla protesta. Questo va al di là di quanto speravamo" ha detto all'agenzia stampa 'Dopa' Eddie Chung, uno degli organizzatori della protesta. "Occupy Central è diventato Occupy Hong Kong" ha aggiunto un manifestante.

Il movimento chiede le dimissioni del capo dell'esecutivo di Hong Kong, Leung Chun-ying, esortando gli altri membri dell'amministrazione a "mettersi dalla parte della gente". Leung ha esortato i manifestanti a tornare a casa, affermando che non vuole "disordine" a Hong Kong. E ha smentito le voci secondo le quali avrebbe chiesto l'intervento dell'esercito di Pechino. L'ufficio di collegamento cinese a Hong Kong ha condannato le proteste "illegali" e dichiarato il suo sostegno all'azione dell'amministrazione di Hong Kong.

La protesta è scattata dopo che a fine agosto il Comitato permanente del Congresso Nazionale del Popolo, massimo organo legislativo cinese, ha deciso misure restrittive per la scelta dei candidati alle elezioni per il capo dell'esecutivo di Hong Kong nel 2017. Inoltre il vincitore dovrà avere il placet di Pechino per potersi insediare.

Ex colonia britannica tornata sotto la sovranità cinese nel 1997, Hong Kong gode di uno status speciale che gli garantisce maggiori libertà civili rispetto al resto della Cina, in virtù del principio "un Paese, due sistemi".

Intanto Taiwan segue con partecipazione le manifestazioni. "Sosteniamo la richiesta del popolo di Hong Kong per elezioni dirette" ha affermato il presidente taiwanese Ma Ying-jeou. E un gruppo di studenti ha occupato a Taipei l'ingresso della sede dell'ufficio di collegamento con Hong Kong. "Oggi Hong Kong, domani Taiwan" si leggeva su alcuni cartelli.

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