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"Iran e Russia potrebbero entrare nella coalizione anti Is", lo rivela un ministro siriano

29 settembre 2014 | 16.26
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Il responsabile per la riconciliazione nazionale Ali Haidar: "Sosteniamo qualsiasi sforzo internazionale per distruggere i gruppi terroristici". Mosca propone agli Usa uno sforzo congiunto. Siria, bombardato il principale impianto di gas controllato dai jihadisti

(Xinhua)
(Xinhua)

L'Iran e la Russia potrebbero entrare a far parte della coalizione internazionale voluta dagli Stati Uniti per combattere lo Stato islamico (Is). E' quanto sostiene il ministro siriano per la riconciliazione nazionale Ali Haidar. "C'è la possibilità che la coalizione si allarghi e l'Iran e la Russia si uniscano in coordinamento con la Siria e l'Iraq", ha detto Haidar.

In un'intervista esclusiva con il sito di Rudaw, Haidar ha aggiunto che il governo di Damasco vede positivamente i bombardamenti da parte degli Stati Uniti contro le postazioni dei jihadisti. "Sosteniamo qualsiasi sforzo internazionale per distruggere i gruppi terroristici come l'Is e il Fronte al-Nusrah", ha detto, ribadendo che ''le istituzioni statali siriane e le basi dell'esercito siriano non devono essere colpite in alcun caso. In altre parole, ci deve essere un completo coordinamento con il governo siriano".

Haidar ha quindi detto che il suo governo era stato avvisato dell'avvio dei raid. "Siamo stati avvisati degli attacchi in anticipo dal nostro ambasciatore alle Nazioni Unite - ha affermato -. Abbiamo anche avuto consultazioni con il governo iracheno per quanto riguarda gli eventi in corso in Siria". In merito alla partecipazione di Paesi arabi alla coalizione internazionale contro l'Is, il ministro siriano ha detto che "noi non siamo contro i sauditi, né i turchi o il Qatar o i giordani. Del resto, si uniscono per attaccare l'Is".

A proporre uno sforzo congiunto Stati Uniti-Russia per contrastare l'Is è il vice ministro degli esteri russo Mikhail Bodganov, che, in una intervista al quotidiano Kommersant, ha sottolineato la pericolosità del "collettivo internazionale di terroristi" provenienti da 70-80 paesi che "vengono addestrati in Iraq e in Siria e acquisiscono capacità in questi paesi".

"Rappresentano una minaccia eccezionale alla sicurezza nazionale dei paesi, senza contare che hanno passaporti, di paesi occidentali soprattutto, che consentono loro di spostarsi senza problemi in tutto il mondo, senza visti e ulteriori controlli. E' una situazione pericolosissima e un'altra ragione per cui Stati Uniti e Russia devono condividere gli sforzi per contrastare questa minaccia", ha spiegato limitando a "qualche decina" il numero di russi che hanno aderito all'Is (in realtà, la Russia è stato fra i primi paesi a denunciare il rischio e lo scorso anno fonti dei servizi avevano denunciato che erano diverse centinaia i russi partiti per la Siria).

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