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Quando l'umorismo sfida il terrorismo, arriva in Iraq la serie tv che ridicolizza l'Is

29 settembre 2014 | 15.54
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Andata in onda sulla televisione di stato irachena al-Iraqia, la prima puntata di 'Stato dei miti', parodia televisiva dello Stato islamico. Obiettivo: mostrare con la satira il vero volto dei jihadisti

(Washington Post photo by Loveday Morris)
(Washington Post photo by Loveday Morris)

C'è il leader dello Stato islamico (Is) Abu Bakr al-Baghdadi seduto su una poltrona dorata che illustra la sua strategia contro i social media brandendo una spada. C'è un ex alcolizzato che si converte e picchia chi consuma le bevande vietate dall'Islam, ma che non rinuncia a un paio di drink al giorno. E ancora: c'è un droghiere costretto a dividere le verdure dai nomi femminili da quelle in maschile, per evitare la mescolanza di genere in nome di una rigida applicazione della Sharia che finora riguardava le persone. Sono solo alcune delle scene satiriche apparse nella prima delle 30 puntate di 'State of Myths' ('Stato dei miti'), parodia televisiva dello Stato islamico andata in onda sulla televisione di stato irachena al-Iraqia.

Una serie tv ambientata in una fittizia città dell'Iraq sotto il controllo dell'Is che mostra la straordinaria abilità del popolo iracheno di sfidare il terrorismo con l'umorismo. Pur con i rischi che questo comporta, trattando di persone note per aver decapitato e massacrato centinaia di persone. Per questo, alcuni membri del cast, tra cui lo stesso sceneggiatore, hanno chiesto che il loro nome non apparisse nei titoli di coda. ''Per il momento non ne abbiamo ricevute, ma mi aspetto minacce dopo la messa in onda'', dice l'attore che interpreta il califfo al-Baghdadi e che ha chiesto che il suo nome non venisse scritto nei titoli di coda. "Stiamo dando agli spettatori la vera immagine di Daish'', spiega l'attore iracheno Khalil Ibrahim che interpreta il sindaco della città, usando l'acronimo arabo dell'Is. ''Stiamo parlando alle persone che sostengono questo gruppo'', aggiunge.