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Siria, bombardato il principale impianto di gas controllato dai jihadisti

29 settembre 2014 | 14.03
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Lo riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani. Nell'attacco sarebbero rimasti feriti alcuni miliziani. Raid della coalizione internazionale anche contro l'aeroporto militare di Tabqa. Is attacca Kobane con missili Grad

 Infophoto - INFOPHOTO
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Proseguono i raid della coalizione internazionale a guida americana in Siria e in Iraq. La scorsa notte gli aerei da bombardamento hanno attaccato il principale impianto di gas naturale della Siria, Coneco, nei pressi di Dayr az-Zor, sotto il controllo dei jihadisti dello 'Stato islamico' (Is). Lo ha riferito l'Osservatorio siriano per i diritti umani, precisando che le operazioni hanno colpito l'ingresso dell'impianto e una sala di preghiera provocando il ferimento di alcuni miliziani.

Secondo l'ong con sede in Gran Bretagna e legata agli attivisti delle opposizioni siriane, l'impianto Coneco alimenta la centrale di Jandar, nella provincia di Homs, cruciale per la fornitura di elettricità in diverse province del Paese arabo. Stando all'Osservatorio, inoltre, otto raid della coalizione internazionale hanno colpito l'aeroporto militare di Tabqa nella vicina provincia di al-Raqqa, dallo scorso agosto nelle mani dei jihadisti.

Is attacca Kobane con missili Grad - E potrebbe finire sotto il controllo dello Stato islamico anche Kobani (in arabo Ain al-Arab), città strategica a maggioranza curda situata sul confine con la Turchia. Secondo quanto riferisce l'agenzia Firat, vicina ai guerriglieri curdi del Pkk, i jihadisti hanno lanciato sulla città un attacco con missili Grad colpendo alcuni quartieri meridionali e al momento si contano almeno due civili morti e due feriti. Un bilancio che però è destinato ad aggravarsi.

Attivisti curdi siriani hanno spiegato ad Aki-Adnkronos International che i terroristi "si trovano a quattro o cinque chilometri di distanza" e "assediano la città su tre lati attaccandola anche con armi pesanti, oltre a controllare tutte le strade che vi conducono". "Nonostante vi siano diverse linee difensive - continuano gli attivisti - la località rischia di soccombere in quanto non c'è equilibrio di forze". In questo caso, la popolazione "teme che l'organizzazione possa commettere una strage contro i suoi oppositori". Andok Kobane, capo delle forze curde che combattono nella città di Kobane, ha spiegato che i suoi uomini sono riusciti finora a respingere quattro attacchi dell'Is dal 15 settembre scorso. "Loro usano carri armati, artiglieria e missili", ha detto Kobane. Secondo l'agenzia Firat, le forze curde combattono invece solo con kalashnikov AK74s.

Proprio all'altezza della città curda, lungo il suo confine con la Siria, le forze armate turche hanno posizionato alcuni loro carri armati. Il governo turco ha inoltre annunciato che sottoporrà entro 24 ore una mozione al parlamento per chiedere l'estensione del mandato per incursioni militari in Iraq e in Siria. Il provvedimento sarebbe la base per la piena adesione di Ankara alla coalizione internazionale contro l'Is. Il premier Ahmet Davutoglu ha spiegato che la mozione sarà discussa giovedì.

Esercito blocca avanzata Is vicino Baghdad - Sul fronte iracheno le forze di terra dell'esercito filo-governativo hanno fermato, con l'aiuto dei raid aerei, l'avanzata degli estremisti islamici a Amariyat al-Falluja, località 40 chilometri a ovest di Baghdad.

Intanto una fonte di intelligence irachena ha rivelato che i raid sulle postazioni dei jihadisti nella provincia di Niniveh hanno provocato 300 morti e 450 feriti. In un'intervista con il sito di 'Shafaq News', la fonte ha spiegato di ''aver ricevuto informazioni di intelligence da Mosul secondo le quali l'Is ha subito gravi perdite dall'avvio dei raid aerei della coalizione internazionale circa una settimana fa''. La fonte ha poi sottolineato che ''le vittime dell'Is sono state trasferite negli ospedali della città di Mosul''. Da giugno l'Is controlla la maggior parte della provincia di Niniveh, il cui capoluogo Mosul dista 400 chilometri a nord di Baghdad.

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