cerca CERCA
Mercoledì 24 Aprile 2024
Aggiornato: 15:10
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Ebola, "virus in Italia poco probabile ma massima attenzione". Confermato primo caso negli Usa

01 ottobre 2014 | 10.53
LETTURA: 5 minuti

La Società italiana malattie infettive: "Evitare allarmismi e corsa ai controlli perché il contagio può avvenire solo in caso di contatto diretto". Ricoverato a Dallas, l'uomo è giunto dalla Liberia. Ma è giallo sul suo scalo in Europa: potrebbe essere passato all'aeroporto Heathrow, il più trafficato al mondo. Virus minaccia l'Hajj, Riad nega visti a oltre 7mila pellegrini

(Xinhua)
(Xinhua)

Primo caso di Ebola diagnosticato negli Usa. A confermarlo i Cdc americani (Centers for Disease Control and Prevention).

Le generalità del paziente non sono state ancora diffuse, si tratta di un uomo giunto dalla Liberia a Dallas. Il paziente non aveva sintomi al momento della partenza dall'Africa, il 19 settembre, ma li ha sviluppati circa 5 giorni dopo essere sbarcato negli Stati Uniti e si è rivolto al Texas Health Presbyterian Hospital. I sanitari hanno isolato il paziente in attesa dei risultati degli esami di laboratorio.

Ma è giallo sulla rotta aerea che ha portato il primo malato di Ebola negli Stati Uniti dalla Liberia a Dallas. L'uomo è arrivato nella città texana il 20 settembre via Bruxelles, ha confermato il ministero dell'Informazione liberiano. Ma, si legge sul britannico 'Daily Mail', non ci sono voli diretti dalla capitale belga a Dallas: cresce dunque la paura che il paziente abbia fatto un ulteriore scalo all'aeroporto londinese di Heathrow, il più trafficato al mondo.

L'America Airlines vola regolarmente da Heathrow a Dallas ogni sabato. L'uomo, dunque, potrebbe aver preso lì la coincidenza per tornare a casa in Texas, dove è arrivato appunto sabato. Il Centro per il controllo delle malattie Usa (Cdc) - ricorda il 'Daily Mail' - ribadisce comunque che chiunque abbia viaggiato in aereo con lui non ha nulla da temere: durante il volo, il paziente non mostrava alcun sintomo di Ebola.

Dodici persone sarebbero state a stretto contatto con l'uomo, fra questi cinque bambini. La famiglia è considerata a rischio di contagio.

Le autorità sanitarie hanno già iniziato a identificare i contatti stretti che verranno monitorati quotidianamente per 21 giorni, ma soprattutto sottolineano di essere fiduciosi sulle loro capacità di controllare il virus ed evitare che si diffonda negli Stati Uniti. "Stiamo bloccandolo il suo percorso in questo Paese", ha assicurato Thomas Frieden, direttore dei Centers for Disease Control and Prevention. Secondo Frieden l'uomo avrebbe avuto contatti, nel frattempo, con appena "un pugno" di persone. "Non ho dubbi che controlleremo questo caso di importazione, che non si diffonderà in questo Paese. Certo - ammette il direttore dei Cdc - è possibile che qualcuno che ha avuto contatti con questo soggetto possa sviluppare l'Ebola nelle prossime settimane, ma non ho dubbi che noi" fermeremo il virus "qui".

Finora il virus aveva colpito solo medici e operatori americani che si erano infettati in Africa nel corso del loro lavoro, ed erano rientrati negli Usa per essere curati.

L'allarme del primo caso di Ebola registrato in Usa preoccupa gli esperti della Società italiana malattie infettive e tropicali (Simit) che però precisano come si devono "evitare allarmismi e corsa ai controlli, perché il contagio può avvenire solo in caso di contatto diretto con persona infetta. E attenzione a non provocare forme di razzismo. Il virus - aggiungo gli specialisti - in Italia poco probabile, ma occorre massima attenzione".

La rete rappresentata dagli infettivologi della Simit, presente in tutta Italia, continua ad esercitare la sua funzione di sorveglianza. Le procedure per porre in sicurezza gli eventuali casi sospetti sono attive e funzionanti, così come i due centri per l'assistenza e la diagnosi identificati all'Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani a Roma e l'Azienda ospedaliera Universitaria Luigi Sacco di Milano. La Simit ribadisce che "grazie all'assenza di voli diretti per il nostro Paese a partenza dai tre Paesi colpiti in Africa Occidentale e dalla Repubblica Democratica del Congo, l'ipotesi di un trasferimento in Italia di un caso di infezione ancora in fase asintomatica continua a presentare una probabilità molto bassa".

L'allarme del primo caso di Ebola registrato in Usa preoccupa gli esperti della Società italiana malattie infettive e tropicali (Simit) che però precisano come si devono "evitare allarmismi e corsa ai controlli, perché il contagio può avvenire solo in caso di contatto diretto con persona infetta. E attenzione a non provocare forme di razzismo. Il virus - aggiungo gli specialisti - in Italia poco probabile, ma occorre massima attenzione"

"L'Italia è certamente un Paese in cui è possibile, seppur poco probabile, che arrivi l'infezione, ma è sicuramente in grado di controllarla - sottolinea Massimo Andreoni, presidente della Società italiana malattie infettive e tropicali - Essendoci un periodo di incubazione di 21 giorni, chiunque potrebbe partire sano e tornare con il virus. Ma se dovesse arrivare l'Ebola, si tratterebbe di singoli casi: l'epidemia dovrebbe essere scongiurata".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza