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Hong Kong, il capo del governo: "Non mi dimetto"

02 ottobre 2014 | 09.33
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Nel corso di una conferenza stampa convocata poco prima dello scadere dell'ultimatum lanciato dai leader della protesta, Leung ha però affermato che il suo governo è pronto a dialogare con i manifestanti. In piazza per chiedere riforme (Fotogallery/Video). Gli Usa: "Siamo con i manifestanti", la Cina: "Non interferite". Artisti in campo per #UmbrellaRevolution

(Foto Infophoto) - INFOPHOTO
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Il capo del governo locale di Hong Kong, Chun-ying Leung, ha annunciato che non si dimetterà, come invece chiedono i manifestanti, che gli hanno intimato di lasciare il suo incarico entro la mezzanotte. Come riporta la Bbc, nel corso di una conferenza stampa convocata poco prima dello scadere dell'ultimatum lanciato dai leader della protesta, Leung ha affermato che il suo governo è pronto a dialogare con i manifestanti, ma che qualsiasi tentativo di occupare gli edifici governativi verrà fermato dalla polizia.

Il movimento che guida la protesta ad Hong Kong, 'Occupy Central with Love and Peace', ha accolto con soddisfazione la notizia che un rappresentante del governo incontrerà i leader degli studenti nella speranza che "si arrivi a una svolta nell'attuale stallo politico". Secondo fonti del governo, l'incontro tra studenti e governo non potrà avvenire prima di sabato.

"E' la prima volta dal 31 agosto che un esponente del governo accetta di parlare con i cittadini e gli studenti, questo è un momento importantissimo", ha detto Lester Shum, uno dei leader degli studenti, parlando alla folla riunita intorno all'ufficio dei Leung dopo il discorso del capo dell'esecutivo. Gli studenti avevano minacciato di occupare la sede del governo se Leung non si fosse dimesso. Ma le parole di Shum, riportate dal sito di South China Morning Post, sembrano indicare che gli studenti non vogliano rischiare lo scontro: "Siamo stati avvisati che se attacchiamo il cordone della polizia, cercheranno di nuovo di sgombrarci e i nostri amici saranno feriti".

Una cautela dettata anche dalla necessità di continuare a mantenere il vasto sostegno che il movimento democratico e non violento sta avendo: "Se occupiamo Lung Wo Road, molti cittadini si opporranno a questo, ma noi abbiamo bisogno del loro sostegno e del loro appoggio nella lotta per il suffragio universale". Comunque, ha concluso il leader degli studenti, "vi sono molte altre possibilità di aumentare la forza delle nostre azioni".

UE PREOCCUPATA - Dal canto suo la Ue aveva espresso ''preoccupazione per gli eventi di Hong Kong e monitora da vicino gli sviluppi''. Ad affermarlo un portavoce dell'alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, Catherine Ashton. La Ue ha accolto inoltre positivamente ''la moderazione mostrata dalle parti'' e ''incoraggia a lavorare in uno spirito di compromesso per una soluzione costruttiva basata sul principio 'uno Stato - due sistemi' per arrivare a un sistema elettorale che permetta un elevato grado di partecipazione politica dei cittadini di Hong Kong''.

CINA - Pechino intanto aveva avvertito gli Usa e tutti quei paesi che stanno strizzando l'occhio alla rivoluzione degli ombrelli. Le manifestazioni a Hong Kong sono "illegali" e che nessun paese può tollerare queste "violazioni dell'ordine pubblico", il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi in visita a Washington, citato dall'agenzia stampa di Stato Xinhua.

Durante i suoi incontri con i leader americani alla Casa Bianca e al Dipartimento di Stato, si legge, Wang ha sottolineato che gli affari di Hong Kong sono affari interni cinesi e che tutti i Paesi dovrebbero rispettare la sovranità cinese. "Questo è il principio di base che governa le relazioni internazionali", ha rimarcato il capo della diplomazia di Pechino.

"Ritengo che nessun Paese, nessuna società, permetterebbe a questi atti illegali di violare l'ordine pubblico - ha detto ancora Wang - riteniamo che la Regione amministrativa speciale di Hong Kong abbia la capacità di gestire propriamente la situazione nel rispetto della legge".

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