cerca CERCA
Venerdì 29 Marzo 2024
Aggiornato: 12:26
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Iran, nessun perdono per Reyhaneh: la famiglia della vittima chiede l'esecuzione

15 ottobre 2014 | 13.31
LETTURA: 3 minuti

A vuoto l'ultimo incontro per scongiurare l'impiccagione della 26enne condannata a morte per l'omicidio dell'uomo che voleva stuprarla. La ragazza si rifiuta di smentire di aver subito un tentativo di violenza sessuale, unica condizione per evitare di essere giustiziata. Ong: "La situazione sta precipitando, bisogna muoversi subito". La mobilitazione sul web per salvarla

Iran, nessun perdono per Reyhaneh: la famiglia della vittima chiede l'esecuzione

Non c'è nessun accordo per il perdono di Reyhaneh Jabbari, la ragazza iraniana condannata a morte per l'omicidio dell'uomo che voleva stuprarla. Lo rivelano fonti della famiglia di Reyahaneh ad Aki-Adnkronos International, spiegando che il figlio della vittima "ha negato il perdono e ha affermato che per lui non c'è alternativa all'esecuzione". Mercoledì mattina, hanno spiegato le fonti, "c'è stata una riunione tra il figlio maggiore della vittima e il padre, la madre e l'avvocato di Reyhaneh, oltre a due uomini dell'intelligence iraniana". In base all'ordinamento iraniano, la famiglia della persona uccisa può perdonare l'omicida e salvarlo in questo modo dalla forca.

"Il figlio della vittima - hanno continuato le fonti - è stato inflessibile nel chiedere che Reyhaneh smentisca di aver subito un tentativo di stupro, unica condizione alla quale sarebbe disposto a concedere il perdono".

Reyhaneh nei giorni scorsi ha firmato una richiesta di perdono, ma è rimasta ferma nella sua versione dei fatti, precisando di non poter dire il falso. "La madre della ragazza - hanno riferito le fonti - si è messa in ginocchio e ha supplicato il figlio delle vittima, che però è stato irremovibile e ha ribadito che senza la smentita dello stupro, per lui non c'è alternativa all'impiccagione". Si tratta, secondo le fonti, dell'ultimo incontro che la famiglia dell'uomo ucciso concedeva a quella di Reyhaneh.

Secondo Taher Djafarizad, presidente dell'ong Neda Day, che segue il caso della 26enne iraniana, "la situazione sta precipitando e bisogna muoversi subito perché i tempi sono strettissimi". Contattato da Aki, Djafarizad ha affermato che "l'esecuzione di Reyhaneh Jabbari (prevista inizialmente per il 30 settembre e poi rinviata, ndr) potrebbe avvenire" già mercoledì sera o giovedì mattina. Per questo Djafarizad chiede "che tutte le autorità italiane, vaticane e religiose si attivino con quelle di Teheran" per scongiurare l'esecuzione. "Basterebbe una decisione del governo iraniano - ha detto ancora Djafarizad - per salvare la vita di Reyhaneh, quella del perdono è una pura formalità".

La madre di Reyhaneh, Sholeh Pakravan, il 30 settembre ha lanciato un appello internazionale tramite Aki, per chiedere una mobilitazione che salvi la vita della figlia. All'appello hanno risposto molte personalità politiche e religiose, tra le quali il ministro italiano degli Esteri, Federica Mogherini. L'ultimo a intervenire è stato Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, che in una lettera dell'8 ottobre ad Ali Larijiani, presidente del parlamento iraniano, ha chiesto di garantire a Reyhaneh un "giusto processo".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza