"Si è visto con chiarezza che non si può affidare la risoluzione del problema dell'Is alla sola risposta militare". E' quanto sottolinea il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, nell'intervento al Concistoro convocato da Papa Francesco sulla situazione dei cristiani in Medio Oriente.
Per quanto riguarda il dibattito su "l'uso della forza per fermare le aggressioni e per proteggere i cristiani e gli altri gruppi vittime della persecuzione", Parolin ribadisce che "è lecito fermare l'aggressore ingiusto, però sempre nel rispetto del diritto internazionale". In ogni caso, "la Comunità internazionale non può chiudere gli occhi".
Ma a parte l'opzione militare che da sola è ritenuta "insufficiente", la questione Is "va affontata più approfonditamente, a partire dalle cause che ne sono all'origine e che vengono sfruttate dall'ideologia fondamentalista. Va prestata attenzione - avverte Parolin - anche alle fonti che sostengono le attività terroristiche del cosiddetto Stato Islamico, attraverso un più o meno chiaro appoggio politico, nonché tramite il commercio illegale di petrolio e la fornitura di armi e tecnologia".
