Le autorità a Kiev non sembrano voler risolvere la crisi dell'est in modo pacifico, ha affermato Vladimir Putin a due giorni dalle elezioni legislative ucraine, nel suo intervento alla riunione annuale del Club Valdai a Sochi, occasione per ammettere l'aiuto di Mosca assicurato lo scorso febbraio a Viktor Yanukovich per spostarsi prima in Crimea e poi in Russia.
Se l'Ucraina vuole preservare la sua integrità territoriale deve fermare lo spargimento di sangue e avviare il dialogo con il sud est, ha aggiunto il presidente russo denunciando che "si sta tornando ai tempi in cui la deterrenza dalla guerra arrivava dal timore della distruzione reciproca, non dal principio dell'equilibrio degli interessi". "La guerra fredda è terminata, ma senza che ci sia stata una pace e neanche con accordi chiari su nuove regole", ha sottolineato puntando il dito contro l'"eccezionalismo degli Stati Uniti" e le conseguenze della loro "dittatura unilaterale".
L'Ucraina non è l'unico esempio in cui nel mondo aumenta il rischio di un coinvolgimento delle potenze mondiali, ha affermato inoltre mettendo sullo stesso piano l'Ucraina con la Siria e l'Iraq. "Al posto di stati sovrani, c'è caos crescente, al posto della democrazia, il sostegno per l'estremismo neo nazista e islamico", ha dichiarato.
Obiettivo delle sanzioni è quello di spingere la Russia all'auto isolamento, ma noi non intendiamo chiuderci fuori dal mondo e scegliere la strada dell'autarchia, ha quindi concluso assicurando che la Russia non vuole ripristinare l'impero.
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha telefonato a Putin oggi per sollecitare il presidente russo a risolvere la questione delle forniture del gas all'Ucraina entro l'inverno.
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