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Elezioni in Tunisia, Ennahda ammette la sconfitta: siamo solo secondi

27 ottobre 2014 | 09.04
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Secondo gli exit poll, i laici di Nidaa Tounes avrebbero ottenuto circa il 37% dei voti, rispetto al 26% delle preferenze conquistate da Ennahda

(Foto Xinhua)
(Foto Xinhua)

Il partito islamico tunisino Ennahda ha ammesso la sconfitta alle elezioni legislative di domenica in Tunisia, mentre ancora si attendono i risultati ufficiali del voto. "Siamo secondi, con un piccolo margine" rispetto ai laici di Nidaa Tounes, ha detto in dichiarazioni ad Aki - Adnkronos International il portavoce del partito islamico che trionfò alle prime elezioni del dopo Ben Ali. "Aspettiamo comunque i risultati definitivi che verranno annunciati dalla Commissione elettorale", ha detto ad Aki il portavoce Ziad Laadhari. Secondo Laadhari, Ennahda ha "pagato per l'alleanza" stretta in passato "con il Congresso per la Repubblica", il partito del presidente tunisino Moncef Marzouki, che si è candidato alle presidenziali del prossimo novembre. Il portavoce non si sbilancia sulla strategia che Ennahda sceglierà di seguire dopo l'annuncio dei risultati definitivi del voto: "Non abbiamo ancora deciso nulla".

Lo stesso Laadhari in dichiarazioni alla radio tunisina Mosaique FM si è congratulato con Nidaa Tounes e ha poi auspicato la formazione di un governo di unità nazionale per "rispondere alle grandi aspettative del Paese". Secondo gli exit poll, i laici di Nidaa Tounes, capeggiati dall'ex premier Beji Caid Essibsi, avrebbero ottenuto circa il 37% dei voti, rispetto al 26% delle preferenze conquistate da Ennahda. Stando ai media tunisini sono attesi per questa sera i primi risultati parziali delle elezioni.

Secondo Ennahda ci sono stati brogli durante le procedure di voto. "Stiamo assistendo al ritorno di Rcd (il Raggruppamento costituzionale democratico dell'ex presidente Zine el-Abidine Ben Ali, ndr) nel suo aspetto peggiore", ha denunciato Samir Dilou, leader di Ennahda, poco dopo la chiusura dei seggi e la pubblicazione dei primi exit poll. Secondo Dilou, sono state rilevate numerose irregolarità, per le quali in alcuni casi è stato sollecitato l'intervento delle forze dell'ordine. A suo dire, "nel 90% dei casi le irregolarità provenivano da un solo partito", vale a dire Nidaa Tounes, e la giustizia dovrà pronunciarsi su quanto accaduto. Anche il laico e di sinistra Congresso per la Repubblica (Cpr), partito del presidente Moncef Marzouki, ha denunciato numerose "violazioni della legge elettorale", commesse da sostenitori di Nidaa Tounes. In particolare il partito ha fatto riferimento ai discorsi pronunciati da esponenti del partito appena i seggi elettorali sono stati chiusi, ma prima che scadesse il periodo di silenzio elettorale. Si tratta, secondo Cpr, di un tentativo di influenzare l'opinione pubblica.

Anche Nidaa Tounes in realtà ha denunciato "gravi irregolarità" durante le operazioni di voto. Secondo il portavoce Lazhar Akremi osservatori del partito impegnati nel monitoraggio del voto hanno riferito di "pericolose violazioni", come riporta ShemsFm.

Intanto Mbarka Brahmi, vedova del politico progressista Mohamed Brahmi, ucciso il 25 luglio 2013, ha conquistato un seggio al parlamento tunisino. Lo ha annunciato sulla sua pagina Facebook la parlamentare uscente Karima Sioud. "Mbarka Brahmi eletta al parlamento - si legge in un post della Sioud - Il futuro appare radioso". Mohamed Brahmi è uno dei due leader del Fronte popolare, partito di sinistra, che sono stati uccisi nel 2013. La sua stessa sorte è toccata a Chokri Belaid.

Come ha annunciato nella notte Chafik Sarsar, presidente dell'Alta autorità elettorale indipendente (Isie), la partecipazione al voto degli elettori tunisini è stata pari al 61,9%. All'estero, invece, si è recato alle urne allestite presso le ambasciate di vari Paesi il 29% dei tunisini emigrati. La partecipazione più alta è stata registrata nel collegio 'Francia del Nord', dove ha votato il 45% dei tunisini, mentre quella più bassa è stata quella del collegio 'Italia', con il 14%.

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