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La scrittrice Taraghi: "Donne speranza dell'Iran, da Rohani mi aspetto una svolta"

30 ottobre 2014 | 18.32
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L'autrice della raccolta di racconti 'La signora melograno' in un'intervista ad Aki-Adnkronos International: "Le donne vivono in condizioni difficili, a volte vengono maltrattate, discriminate, ma hanno una grande forza. E a me interessa scavare nella loro interiorità"

La scrittrice Taraghi:

Le donne sono la speranza dell'Iran. "Vivono in condizioni difficili, a volte vengono maltrattate, discriminate, ma hanno una grande forza. E a me interessa scavare nella loro interiorità". Così Goli Taraghi, in un'intervista ad Aki-Adnkronos International, presenta 'La signora melograno' (ed. Calbuig), una raccolta di racconti in uscita in Italia con "protagoniste quasi sempre donne" che "offre uno spaccato della loro situazione in Iran e delle difficoltà a cui vanno incontro nel periodo post-rivoluzionario".

Un racconto emblematico della condizione femminile nella Repubblica islamica è proprio 'La signora melograno', che dà il titolo al libro e che ha per protagonista due donne, spiega Taraghi: "Una è una giovane, colta, che ha scelto di vivere in esilio in Francia e che torna spesso a Teheran. Lei è una vittima della rivoluzione perché la rivoluzione l'ha privata di un paese. L'altra protagonista è un'anziana, una contadina, che si aggira per l'aeroporto di Teheran e chiede dove è la Svezia per andare a trovare i suoi figli che hanno lasciato il paese. In qualche modo queste due donne si ritrovano insieme in questo strano ingranaggio di eventi esterni che agiscono su di loro".

L'intervista è l'occasione per parlare anche della situazione politica in Iran e anche degli ultimi episodi di cronaca, in particolare dei tragici attacchi con acido di cui sono state vittime alcune donne a Isfahan. "Purtroppo - dice la scrittrice, in questi giorni in Italia - questi fatti succedono in Iran, ci sono stati casi anche prima della rivoluzione". I responsabili "sono spesso dei gruppi di fanatici che odiano le donne e lo fanno perché pensano che le donne si comportino contro le regole islamiche, quindi che si vestano, che parlino, che si muovano in un modo che offende le regole del comportamento femminile. La loro idea - prosegue Taraghi - è punire la donna così da fare in modo che le altre percepiscano questa tragedia come un deterrente".

Rispetto a quanto accadeva in passato - sottolinea la scrittrice, autrice di best seller in Iran - "i colpevoli sono stati arrestati". Negli anni al potere dell'ex presidente Mahmoud Ahmadinejad, infatti, "c'era addirittura connivenza" tra il governo e i responsabili di questi crimini. "Spesso - dice - i colpevoli non erano arrestati, addirittura potrei persino dire che i colpevoli appartenevano alla cerchia di persone a lui vicine perché lui è quel tipo di uomo".

Il nuovo presidente, il moderato Hassan Rohani, ispira nella Taraghi un cauto ottimismo per il futuro del paese, anche se - evidenzia - è ancora presto per giudicarlo. "Rohani è diverso e mi sento di dire che qualcosa con lui cambierà. Grazie a lui i colpevoli (degli attacchi con acido, ndr) sono stati arrestati. Rohani - afferma la scrittrice - ha detto una cosa interessante: 'Non possiamo obbligare la gente ad andare in paradiso, se i giovani vogliono peccare, andranno all'inferno, ma sono affari loro'. E questa è un'affermazione rivoluzionaria".

"Rohani è arrivato dopo Ahmadinejad ed è facile fare meglio - aggiunge - Anche lui appartiene al regime e lo dimostra anche nel modo di presentarsi, con il turbante. Il problema è che i suoi poteri sono limitati. Ma è troppo presto per stabilire chi è veramente Rohani. Potrebbe essere anche un altro Ahmadinejad o che dietro la maschera si nasconda una doppia personalità, come 'Dottor Jekyll e mister Hyde'".

L'ultimo pensiero della Taraghi è per Nasrin Sotoudeh, l'avvocato per i diritti umani e attivista premio Sakharov, che in questi giorni sta protestando a Teheran per essere stata bandita dalla professione per tre anni. "La ammiro - dice la scrittrice - perché combatte per i diritti dei bambini e delle donne. Sotoudeh ha sofferto molto in carcere perché era malata ma appena fuori ha ripreso la sua battaglia per i bambini".

Taraghi tiene quindi a precisare di "non essere un politico, ma una scrittrice. Quello che a me interessa da un lato sono le storie universali, dall'altro la vera letteratura. Questo è quello che cerco di fare, quello che conta per me è la scrittura universale".

"I miei racconti sono spesso ambientati in Iran e naturalmente gli eventi politici prima e dopo la rivoluzione sono importanti perché creano uno sfondo, ma restano tali, sullo sfondo. Quello che a me veramente interessa - conclude - sono le esperienze umane, universali, e quindi le mie storie potrebbero essere ambientate in qualunque paese".

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