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Almeno 15mila stranieri tra le fila dello Stato Islamico in Iraq e Siria. L'allarme dell'Onu

31 ottobre 2014 | 08.33
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Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite parla di ''un dato senza precedenti''. Coinvolti anche di Paesi che finora non avevano nulla a che fare con al-Qaeda come Maldive e Cile. "Dall'Italia decine di jihadisti già indottrinati per combattere nelle fila dell'Is"

(Foto Xinhua)
(Foto Xinhua)

Ci sono almeno 15mila stranieri, provenienti da 80 Paesi, tra le fila dello Stato islamico (Is) in Siria e in Iraq. Lo denuncia il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che parla di ''un dato senza precedenti'' riferendosi al numero di stranieri tra le fila di un gruppo jihadista e ''anche di Paesi che finora non avevano nulla a che fare con al-Qaeda''. Tra questi anche le Maldive e il Cile.

I numeri diffusi dalle Nazioni Unite superano le stime dell'intelligence americana sui jihadisti stranieri. ''Dal 2010 i combattenti stranieri sono aumentati notevolmente e crescono ancora'', si legge nel rapporto stilando dalla commissione del Consiglio di sicurezza Onu che monitora le attività di al-Qaeda.

''Ci sono jihadisti stranieri provenienti dalla Francia, dalla Federazione russa, dal Regno Unito e dall'Irlanda del nord che combattono insieme'', spiega il rapporto. Si ritiene che oltre 500 cittadini britannici siano andati nella regione dal 2011.

In Siria ogni mese mille combattenti stranieri - Intanto, secondo quanto scrive il Washington Post, che cita funzionari dell'intelligence ed esperti di antiterrorismo, ci sono più di mille combattenti stranieri che entrano ogni mese in Siria. E nulla è di fatto cambiato con i raid aerei contro i combattenti del cosiddetto 'Stato islamico' (Is), attivi in Siria e Iraq, e con i proclamati sforzi da parte di vari Paesi volti a contenere le partenze di uomini pronti a imbracciare le armi. "Il flusso di combattenti diretti verso la Siria resta costante, quindi il numero totale continua a salire", ha detto un funzionario dell'intelligence americana. I dati dell'ultimo anno suggerirebbero la presenza di oltre 16mila combattenti stranieri in Siria. Per gli esperti Usa, prosegue il Washington Post, è tutto frutto delle sofisticate campagne di reclutamento da parte dei gruppi attivi nel Paese arabo e della relativa facilità con cui dal Medio Oriente, dal Nord Africa e dall'Europa si può arrivare al fronte.

Secondo gli ultimi dati citati dal giornale, i raid in Siria hanno portato all'uccisione di "circa 460 membri dell'Is" e di "60 combattenti del Fronte al-Nusra", legato ad al-Qaeda. Gli Usa e i loro alleati hanno effettuato oltre 600 raid aerei in Siria e Iraq. Per gli esperti il 'contingente' di combattenti stranieri potrebbe continuare a crescere con il proseguimento del conflitto esploso in Siria nel 2011 dopo l'inizio nel marzo di quell'anno di inedite proteste contro il regime di Bashar al-Assad.

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