cerca CERCA
Venerdì 19 Aprile 2024
Aggiornato: 12:45
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Mo: 10 anni da morte Arafat, è ancora giallo/Aki

10 novembre 2014 | 14.20
LETTURA: 4 minuti

"Non posso accusare nessuno per la morte di Arafat, senza avere delle prove". L'ultimo a pronunciarsi sulle circostanze ancora poco chiare della morte dell'ex leader palestinese Yasser Arafat è stato il suo successore Mahmoud Abbas. Molte fazioni palestinesi, tra le quali anche Fatah di Arafat e di Abbas, sostengono che dietro la sua morte, avvenuta dieci anni fa, l'11 novembre 2004 in un ospedale militare di Clamart, alla periferia di Parigi, ci sia la mano di Israele, che lo avrebbe fatto avvelenare nella sua casa di Ramallah.

Ma in una recente intervista all tv israeliana 'Channel 10', il capo dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) ha affermato di "non avere prove sul fatto che Israele lo abbia ucciso". "Per questo - ha detto - non posso accusarlo". I referti sulla morte del 75enne Arafat sono svariati e contrastanti. C'è quello laconico del reparto di ematologia dell'ospedale francese, che l'11 novembre si limitò a dichiararne la morte e, inspiegabilmente, non eseguì l'autopsia.

Ci sono voci poco credibili messe in circolazione da suoi rivali politici, che all'epoca parlarono di Aids. E poi c'è il referto di un istituto di Losanna, in Svizzera, che ha rilevato in alcuni campioni organici prelevati dalla salma di Arafat nel 2012, dopo una riesumazione disposta dalla magistratura francese per iniziativa della moglie Suha, tracce di polonio.

Per esperti svizzeri c'è 83% possibilità che sia morto per avvelenamento da polonio

Tracce che, secondo gli studiosi svizzeri, sono di 18 volte superiori alla norma. "C'è - dicevano gli esperti - un innaturale livello di polonio radioattivo nelle costole e nel bacino" del leader palestinese. Di conseguenza, a loro avviso, c'è un "83% di possibilità che sia stato avvelenato". Una tesi che conferma quella della vedova, che si batte perché sia riconosciuto l'"omicidio politico".

Prima della sua morte, secondo le indagini svizzere, Arafat "non presentava particolari fattori di rischio", ma il 12 ottobre del 2004 si ammalò improvvisamente in seguito a un pasto nella sua residenza di Ramallah e le sue condizioni precipitarono rapidamente, fino al ricovero urgente in Francia, il 29 ottobre.

Nel 2012 la tv satellitare al-Jazeera trasmise un documentario intitolato 'What killed Arafat?", nel quale si parlava di tracce di polonio riscontrate in alcuni oggetti personali del leader palestinese, tra i quali la sua celebre kefia. Fu proprio il documentario a convincere Suha a rivolgersi alla magistratura francese, che aprì un'indagine e dispose la riesumazione della salma, seppellita a Ramallah.

Esperti francesi e russi contro tesi svizzera, per Israele vicenda è una 'soap opera'

Il rapporto svizzero diede ragione ad al-Jazeera, ma altri due rapporti, invece, smentirono questa versione. Secondo i due rapporti, uno di esperti francesi e uno di esperti russi, la morte fu dovuta a "cause naturali". Il giallo, quindi, è rimasto aperto. L'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) affermò nel 2012 di non avere dubbi sull'avvelenamento, invocando un'inchiesta internazionale sui responsabili.

Ma per Israele, il principale accusato dai palestinesi, non ci sono prove sull'avvelenamento. Lo Stato ebraico, comunque, si dice del tutto estraneo alla vicenda.

All'epoca del rapporto svizzero, un consigliere dell'ex premier Ariel Sharon, Raanan Gissin, dichiarò che "c'era all'epoca la volontà del governo israeliano di non toccare Arafat in alcun modo. Quindi, se qualcuno lo ha avvelenato, è stato uno dei suoi collaboratori". Per l'allora portavoce del ministero israeliano degli Esteri, Yigal Palmor, la vicenda "sembra più soap opera che scienza".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza