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Usa: riforma immigrazione, gli 'indocumentados' sono 11,3 mln /scheda

21 novembre 2014 | 08.51
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Hanno in maggioranza tra i 16 ed i 44 anni, vivono e lavorano negli Stati Uniti anche da 10 anni e oltre 3,5 milioni di loro hanno almeno un figlio cittadino americano perché nato nel Paese. La decisione di Obama dovrebbe fermare il numero record di rimpatri forzati che si era registrato negli ultimi anni.

Sono circa 11,3 milioni, in maggioranza tra i 16 ed i 44 anni, vivono e lavorano negli Stati Uniti da almeno 10 anni e circa 3,5 milioni di loro hanno almeno un figlio cittadino americano, perché nato in America. E' questa la fotografia degli 'indocumentados', gli immigrati senza documenti, in stragrande maggioranza provenienti dai paesi centro americani, oltre la metà dal Messico, con un piccola minoranza di asiatici, che in queste ore festeggiano la decisione di Barack Obama di firmare l'ordine esecutivo che darà nuova speranza a 4, forse 5, milioni di loro.

In effetti, il numero degli immigrati senza documenti è diminuito negli ultimi anni, dopo che tra il 1990 e il 2007 era salito da 3,5 milioni a 12,2 milioni nel 2007. Un calo dovuto ad una serie di fattori, compresa la crisi economica che ha investito l'America dal 2008, che hanno fatto invertire negli ultimi anni la tendenza, con il numero di messicani che ritornano in patria superiore a quello dei messicani che entrano negli Stati Uniti. Un altro fattore è stato l'aumento del numero delle deportazioni, iniziato durante il secondo mandato di George Bush e poi rafforzato durante la presidenza di Barack Obama, con il 2012 che si è arrivato record di 400mila deportazioni.

Anche lo scorso anno si è raggiunta una cifra simile, di 369mila deportazioni che scattano sulla base di regolamentazioni più severe adottate negli anni scorsi e contro le quali Obama ha più volte detto di non poter intervenire se non appunto con una riforma, e che hanno portato anche a moltissimi drammatici casi di separazioni di nuclei familiari.

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