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Tunisia: una donna candidata alla presidenza, è la prima volta

21 novembre 2014 | 12.41
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Kalthoum Kannou, 55 anni, giudice della Corte di Cassazione, si presenta come indipendente e vuole diventare "la prima presidente donna tunisina, araba e musulmana"

Kalthoum Kannou(Foto dal profilo Facebook)
Kalthoum Kannou(Foto dal profilo Facebook)

E' Kalthoum Kannou la prima donna della storia della Tunisia a candidarsi alla presidenza del Paese. Giudice della Corte di Cassazione, 55 anni, con la sua candidatura alle elezioni che si terranno domenica, le prime presidenziali a suffragio universale della Tunisia, pone un'altra pietra miliare in quella che è stata definita la culla della Primavera araba. Con l'obiettivo di diventare la prima ''presidente donna tunisina, araba e musulmana'' del mondo, Kannou si presenta come indipendente e ha raccolto più di 15mila firme nel Paese per sfidare 25 candidati uomini. La sua candidatura viene definita ''storica'' e ''simbolica'' dagli intellettuali della Tunisia, Paese ritenuto il più progressista tra quelli arabi per quanto riguarda i diritti delle donne.

Nata sulle isole orientali di Kerkenna nel 1959, tre anni dopo l'indipendenza dalla Francia, Kannou è cresciuta seguendo la lezione del padre Mabrouk Kannou, noto esponente del Sindacato generale dei lavoratori tunisini che ha contribuito alla battaglia contro i francesi, che le ha insegnato come combattere per i propri diritti. Madre di tre figli con 25 anni di carriera come giudice, Kannou è sposata con un medico. ''Non sono una candidata delle donne. Sono candidata di tutta la Tunisia - ha detto durante una recente intervista con la radio Mosaique FM - Non penso che gli altri uomini si candidino alla presidenza in quanto uomini''.

Discriminata sotto Ben Ali, è simbolo della lotta alla corruzione

Laureata in giurisprudenza all'Università di Tunisi, Kannou è diventata ben presto la capofila di una battaglia per l'indipendenza della magistratura e voce critica rispetto alla corruzione dilagante che ha caratterizzato il regime di Zine al-Abidine Ben Ali. In risposta, l'ex presidente ha usato le 'maniere forti' per zittire Kannou, vietandole la possibilità di lasciare il Paese, negandole promozioni, tagliandole lo stipendio, mettendo sotto controllo il suo telefono e assegnandola a tribunali di zone remote del sud del Paese.

Diffidente rispetto allo scisma politico e ai suoi effetti sull'efficienza del governo e del sistema giudiziario, Kannou ha continuato a impegnarsi per una magistratura indipendente come presidente dell'Associazione dei magistrati tunisini. ''La sua indipendenza politica la rende qualificata per la presidenza'', ha detto il blogger ed ex consulente del presidente uscente Moncef Marzouki, Ayoub Massoudi, che vede in lei un ruolo di ''mediatrice tra le forze opposte''.

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