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Siria: attivisti, 910 vittime da inizio raid coalizione anti-Is

22 novembre 2014 | 13.50
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Uccisi anche 52 civili, tra cui otto bambini e cinque donne. 785 i militanti dell'Is morti ed enormi i danni a pozzi petroliferi e raffinerie. Per l'Osservatorio sui diritti umani, il bilancio reale potrebbe essere molto più grave

E' di 910 persone uccise il bilancio dei raid condotti dalla coalizione internazionale contro lo Stato islamico (Is) tra il 23 settembre e la scorsa notte. Lo riferiscono gli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, secondo i quali tra le vittime si contano anche 52 civili, tra cui otto bambini e cinque donne.

I civili, secondo gli attivisti, sono morti nei raid aerei contro raffinerie e giacimenti di petrolio nelle zone di al-Hasakah, Deir Ezzor, al-Raqqa, Aleppo e Idlib. Si contano inoltre 72 vittime tra i combattenti del Fronte al-Nusra, alleato di al-Qaeda. I raid della coalizione hanno preso di mira alcune loro basi a ovest di Aleppo e a nord di Idlib.

Il maggior numero di vittime, 785, si conta nelle file dell'Is, preso di mira a Homs, Hama, al-Hasakah, al-Raqqa, Deir Ezzor e Aleppo. Si tratta in gran parte di combattenti non siriani. Una vittima, infine, tra i militanti dei Battaglioni islamici.

L'Osservatorio ritiene tuttavia che il bilancio complessivo delle vittime possa essere molto più grave di quello finora attestato, perché ogni gruppo militante tende a mantenere nascoste le sue perdite e perché molte delle località su cui si concentrano i raid sono inaccessibili.

Incalcolabile ma senza dubbio ingente, infine, il bilancio dei danni economici, visto che molti dei raid della coalizione si sono concentrati su edifici pubblici, giacimenti petroliferi e raffinerie.

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