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Terrorismo: il 'cacciatore di jihadisti', Is ha cellule dormienti in Europa

24 novembre 2014 | 15.26
LETTURA: 2 minuti

L'ex militare belga Dimitri Bontinck ha recuperato diversi giovani, tra cui il figlio 19enne, dal fronte siriano. "I terroristi vogliono portare la guerra da noi".

Dimitri Bontinck con il figlio Jejoen (Foto Facebook)
Dimitri Bontinck con il figlio Jejoen (Foto Facebook)

I jihadisti dello Stato Islamico usciranno presto dai confini della Siria e dell'Iraq e attaccheranno direttamente l'Europa, dove il gruppo dispone di "cellule dormienti" pronte ad agire. A dirlo, in un'intervista al Mail Online, è Dimitri Bontinck, un ex militare delle forze speciali belghe, noto come il 'cacciatore di jihadisti'. L'Is, sostiene, "si sta preparando a scatenare la guerra in Europa" e "nel mirino" ci sono Paesi come la "Gran Bretagna, la Francia e il Belgio".

L'ex militare ha compiuto numerose missioni in Siria per strappare dalle fila dell'Is almeno cinque giovani europei, tra i quali il figlio 19enne Jejoen, caduti nella trappola della propaganda jihadista. A rivelargli i rischi che correrebbe l'Europa, annunciato campo di battaglia della nuova offensiva del terrorismo islamico, sono state "fonti molto influenti" con le quali Bontinck è entrato in contatto in Siria durante le sue missioni di salvataggio.

"Chi cade nelle mani della propaganda estremista è una vittima"

Bontinck è ora al fianco del figlio nel processo per terrorismo che il 19enne insieme ad altri sta affrontando in Belgio. Il giovane si era convertito all'Islam all'età di 15 anni ed era poi entrato nell'universo del estremismo frequentando i siti web jihadisti, fino all'arruolamento e all'arrivo in Siria attraverso la Turchia.

Per l'ex militare, gli altri giovani europei che come Jejoen sono finiti con "la gente sbagliata" non dovrebbero essere "criminalizzati". Si tratta di vittime, dice il 'cacciatore di jihadisti' che chiede alle autorità europee un rapido giro di vite contro i siti jihadisti e maggiori controlli sui giovani che si recano in Turchia, porta d'ingresso per il fronte siriano.

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