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Dalle flatulenze di Hitler alla stitichezza di Mussolini, in un libro disturbi e ossessioni alimentari dei dittatori

05 dicembre 2014 | 19.01
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Seguendo il motto per il quale 'l'uomo è ciò che mangia', due autrici britanniche indagano il rapporto tra malvagità e alimentazione, scoprendo che esistono modelli riconoscibili sul rapporto tra 'cattivi' e cibo. Uno su tutti: la paranoica ricerca per la purezza di quello che finisce nei piatti

(Infophoto)
(Infophoto)

Le flatulenze di Hitler, la stitichezza di Mussolini, i chicchi di riso di Kim Il-sung. Dalle ossessioni alimentari ai disturbi intestinali, il passo è breve. E se è vero, come pensava il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach, che l'uomo è ciò che mangia, è altrettanto vero che è importante anche come mangia e con chi. Almeno secondo Victoria Clark e Melissa Scott, autrici britanniche del libro 'Dictators' dinners: a bad taste guide to entertaining tyrants'.

Secondo le autrici, infatti, anche se malvagità e manie di grandezza non possono essere attribuiti a ciò che questi tiranni hanno consumato durante i loro pasti, nel libro sono emersi alcuni modelli riconoscibili sul rapporto tra dittatori e cibo. Uno su tutti, l'ossessione per la purezza di ciò che finiva nei loro piatti.

Il dittatore nordcoreano Kim Il-sung, nonno dell'attuale leader Kim Jong-un, mangiava solo chicchi di riso selezionati uno per uno. Una volta compiuti 65 anni, ha creato un istituto di ricerca incaricato di escogitare modi per prolungargli la vita. Gli studiosi hanno così analizzato le proprietà benefiche di oltre 1.750 erbe, catalogate nei libri di medicina orientale, e le piante più promettenti sono state coltivate e usate per gli esperimenti.

Il leader del partito comunista romeno, Nicolae Ceausescu, non viaggiava mai senza portare con sé il suo cibo, irritando spesso i leader stranieri a cui faceva visita. Tra questi, si racconta nel libro, il dittatore jugoslavo Tito rimase sconvolto dall'insistenza di Ceausescu nel voler bere succo di verdura cruda con la cannuccia.

Dittatori come Adolf Hitler e Benito Mussolini hanno vissuto sui loro apparati digerenti il peso delle responsabilità politiche, in modi opposti: dalla flatulenza cronica del Fuhrer - che lo spinse al vegetarianesimo e a prendere 28 differenti farmaci, tra cui un estratto di feci di contadini bulgari - alla stitichezza del Duce. Il dittatore portoghese Antonio Salazar amava le sardine, perché gli ricordavano la sua infanzia povera mentre Mao Tse-tung, carnivoro insaziabile, ha sofferto per tutta la vita di spiacevoli movimenti intestinali. Così come il colonnello Muammar Gheddafi, molto turbato dalla sua condizione.

Ma i turbamenti dei tiranni non erano solo conseguenza del precario benessere fisico o di un'alimentazione paranoica: quasi tutti, infatti, avevano paura di essere avvelenati. Tanto che in molti disponevano di assaggiatori. Solo Hitler aveva una squadra di 15 assaggiatrici e nulla era messo sul suo tavolo fino a quando una delle ragazze scelte non fosse sopravvissuta per i 45 minuti successivi al primo morso.

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