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Usa: Romney su The Interview, va distribuito gratis on line

18 dicembre 2014 | 13.20
LETTURA: 3 minuti

Il candidato repubblicano alle presidenziali Usa del 2012 ha twittato alla Sony Pictures per far distribuire sul web la commedia con James Franco, che racconta un piano della Cia per assassinare il leader nordcoreano Kim Jong Un, dopo che la major ne ha bloccato definitivamente l'uscita per le minacce in stile 11 settembre ricevute dai sedicenti 'Guardiani della Pace'

Usa: Romney su The Interview, va distribuito gratis on line

"Sony non nasconderti, lotta: distribuisci The Interview gratis e on line". E' l'appello che Mitt Romney, ex governatore del Massachusetts e candidato repubblicano alle elezioni presidenziali americane del 2012, ha lanciato alla Sony Pictures per distribuire gratuitamente sul web la commedia con James Franco su un piano della Cia per assassinare il leader nordcoreano Kim Jong Un, dopo che la major ne ha bloccato definitivamente l'uscita per le violente minacce ricevute da alcuni hacker su Internet.

Poche ore dopo la decisione degli studios, l'ex governatore del Massachusetts ha twittato alla società invitandola a lottare per la distribuzione della pellicola, suggerendo di chiedere in cambio agli utenti un contributo volontario di 5 dollari da usare per la lotta all'Ebola. Secondo quanto riporta il giornale di informazione politica 'The Hill', altri esponenti repubblicani stanno seguendo l'esempio di Romney. Tra questi, Steve Israel ha chiesto alla Sony di far uscire il film - che era atteso nelle sale il 25 dicembre - direttamente su DVD: "Così da poter decidere io se vederlo, non la Corea del Nord" si legge in un tweet.

Mercoledì il presidente Obama, durante un'intervista con ABC News, ha semplicemente consigliato agli americani di "andare al cinema". Poche ore prima le principali catene di cinema avevano deciso di annullare la première del film a New York per le minacce in stile 11 settembre di un gruppo chiamato 'I Guardiani della Pace'. Le autorià americane sono molto vicine ad attribuire l'attacco alla Corea del Nord. Pyongyang ha sempre negato il coinvolgimento, ma in estate ha definito il film "un atto di guerra" e considerato una "giusta azione" il cyberattacco alla Sony di fine novembre, quando gli hacker hanno diffuso on line dati sensibili e mail private dei dipendenti della major statunitense.

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