Nei caffè e i ristoranti di Washington non si è parlato d'altro fra i politici, i lobbysti e gli uomini d'affari riuniti per la pausa pranzo o la pausa caffè. Per ogni buon fumatore di sigaro, passione prevalentemente maschile, il profumo dei Cohiba, gli Upmann e i Montecristo è un richiamo irresistibile, che ora sembra più a portata di mano.
Il disgelo fra Cuba e gli Stati Uniti ha entusiasmato gli americani fumatori di sigari. Nei caffè e i ristoranti di Washington non si è parlato d'altro fra i politici, i lobbysti e gli uomini d'affari riuniti per la pausa pranzo o la pausa caffè. Per per ogni buon fumatore di sigaro, passione prevalentemente maschile, il profumo dei Cohiba, gli Upmann e i Montecristo è un richiamo irresistibile, che ora sembra più a portata di mano.
Molti hanno rievocato la storia, mai verificata, che il presidente John Kennedy si fosse assicurato una scorta di un migliaio di sigari prima di decidere l'embargo contro Cuba. Da allora a Washington il sigaro cubano è stato un privilegio nascosto di chi aveva un amico che era potuto andare all'Avana o l'ambito regalo di qualche ambasciata. Mentre non mancavano nei negozi per fumatori sigari "in stile cubano" o con tabacco spacciato come originato da "semi cubani".
In concreto la normalizzazione dei rapporti con Cuba non significa la fine immediata dell'embargo. Tuttavia appena verranno sollevate nelle prossime settimane le restrizioni ai viaggi verso Cuba, sarà permesso far entrare negli Stati Uniti fino a 100 dollari di tabacco e alcool. "Per i fumatori di sigari c'è la promessa di qualcosa di grande in arrivo", ha commentato entusiasta il magazine americano "Cigar afficionado".