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Nordcorea: esperti Usa, Pyongyang non c'entra, 6 persone dietro attacco Sony

30 dicembre 2014 | 14.26
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Per il vicepresidente della società di sicurezza Norse, due sarebbero negli Stati Uniti e una in Canada: "Almeno uno di loro è un ex impiegato della major". Nei giorni scorsi lo scambio di accuse tra Washington e Pyongyang. Intanto, tra minacce e offese, 'The Interview' incassa 15 mln di dollari solo on line e diventa il film più scaricato di sempre. Esercito nordcoreano pronto a fermare l'ingresso del DVD pirata della pellicola

(Xinhua)
(Xinhua)

Nuove rivelazioni sul cyberattacco alla Sony allontanano sempre più i sospetti dalla Corea del Nord. La società di sicurezza informatica Norse, infatti, ha annunciato di avere prove contro sei persone, due delle quali sarebbero negli Stati Uniti e una in Canada, ritenute responsabili dell'attacco informatico alla major statunitense di fine novembre.

"Almeno uno di loro è un ex impiegato della Sony Pictures Entertainment che ha lavorato in una posizione tecnica e con una conoscenza specifica della rete della società", ha detto il vicepresidente di Norse, Kurt Stammberger, secondo quanto riporta Le Figaro. Questa persona, ha aggiunto, è stata licenziata lo scorso maggio a seguito di una ristrutturazione della major nella quale lavorava da quasi 10 anni.

Un licenziamento che avrebbe alimentato la sete di vendetta, ottenuta attraverso l'attacco hacker che ha fatto salire la tensione tra Stati Uniti e Corea del Nord. Nei giorni scorsi, infatti, l'Fbi aveva detto di avere prove contro il regime di Pyongyang, accusandolo della violazione alla major che distribuisce il film 'The Interview', in cui si racconta un complotto della Cia per assassinare il leader nordcoreano Kim Jong-Un. Sabato scorso, però, l'azienda di sicurezza informatica ha affermato "con certezza" che la Nord Corea non era responsabile di "aver orchestrato o avviato l'attacco alla Sony".

Nelle sue indagini la Norse si è affidata ad alcuni documenti legati al mondo della pirateria su Internet e li ha usati per monitorare le attività online dell'ex dipendente, scoprendo che in diverse occasioni ha trasmesso "messaggi violenti" sui licenziamenti della Sony attraverso i social network e che si è messo in contatto con gruppi pirati di Europa e Asia. I risultati non sono però ancora definitivi, ha avvertito il vicepresidente della società di sicurezza, ma sono stati inviati lunedì all'Fbi.

Secondo Norse, infine, nell'attacco sarebbero coinvolti diversi gruppi di hacker, confermando ciò che hanno scoperto anche altre società di sicurezza. Tra queste l'israeliana Taia Global, arrivata alla conclusione che la lingua madre di persone coinvolte nella violazione informatica era il russo più che il coreano.

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