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Francia: la 'parigina' Maya Sansa, amo questa città ma sto riflettendo se restare

09 gennaio 2015 | 16.46
LETTURA: 5 minuti

"La mattina della strage sono passata due volte a poche decine di metri dalla sede di Charlie Hebdo, con mia figlia Talitha, di 17 mesi" racconta l'attrice premiata con il David di Donatello per la sua interpretazione in 'Bella addormentata' di Marco Bellocchio e sottolinea che Parigi "è una città aggressiva, multietnica ma dove non c'è integrazione"

L'attrice Maya Sansa (Foto Infophoto) - INFOPHOTO
L'attrice Maya Sansa (Foto Infophoto) - INFOPHOTO

"La mattina della strage sono passata due volte a poche decine di metri dalla sede di Charlie Hebdo, prima dell'attentato, verso le 9,30, e poi dopo che era successo tutto. Sono passata con mia figlia Talitha, di 17 mesi, sul Boulevard Richard Lenoir, dove sbuca appunto Rue Appert". Per l'attrice italiana Maya Sansa, che da nove anni vive nella capitale francese, la strage a Charlie Hebdo non è una notizia letta sui giornali o seguita in tv, ma qualcosa di drammaticamente concreto che provoca rabbia e timore, tanto che, conversando con l'AdnKronos, alla domanda se stia riflettendo sull'opportunità di restare a Parigi risponde, con la lentezza di chi ci riflette davvero, "si, in queste circostanze si pensa a tutto. Se vivo a Parigi è perchè lo voglio, perchè è meravigliosa, unica, ma in questi giorni....".

"Stavamo andando e poi tornando da dagli amici che hanno un figlio dell'età della mia, per farli giocare", spiega l'attrice, che ha al suo attivo una trentina di film e numerosi riconoscimenti fra i quali un David di Donatello, un Nastro d'argento, due Globi d'Oro e due Ciak d'Oro, riprendendo la narrazione di quel tragico mercoledì mattina: "Mentre eravamo lì un'altra amica ci ha avvertito da fuori, all'inizio non era chiara la gravità del fatto, le notizie erano frammentarie".

"Dopo qualche ora, tornando a casa, ho visto solo tanta polizia. Poi sì è capito che era stata una strage. E la vicenda ancora continua" aggiunge Sansa, riferendosi agli ultimi drammatici sviluppi, il sequestro nel negozio di alimentari kosher e l'assedio ai due fratelli killer, in corso mentre parla.

'Questa è una città aggressiva, multietnica ma dove non c'è integrazione'

"Sono qui da nove anni, c'è nata mia figlia, il mio legame con Parigi è forte, ormai è la mia città ma, lo dico sempre anche ai mie amici francesi, Parigi è una città aggressiva; una città multietnica ma dove non c'è integrazione; una città che la multietnicità la subisce -prosegue Sansa- perchè sull'integrazione, in realtà, non si investe, non si lavora. Pesa anche la crisi economica, soprattutto sui giovani, in particolare sui tanti di orgini magrebine, che si sentano ancora più deboli e cercano qualcosa che gli dia forza, identità."

Nella parole dell'attrice, nata in Italia da madre italiana e padre iraniano, che per la figlia ha scelto con il compagno canadese Fabrice Scott un nome aramaico che significa 'fanciulla', si sente l'eco delle riflessioni di tanti in questi giorni, la ricerca di una 'spiegazione' di quanto è accaduto e sta accadendo, una ricerca che non porta certo all'indulgenza: "Sono tre pazzi che hanno voluto 'agire', gente infelice travolta dal fanatismo", dice dei responsabili dell'assalto a Charlie Hebdo e poi quanto ai protagonisti degli episodi di intolleranza e violenza spicciola contro i musulmani in Francia, seguiti all'attacco al periodico, aggiunge: "Altri pazzi che agiscono in risposta ai primi".

Tra le vittime una in particolare, per Maya Sansa, ha colpito i francesi: "Jean Cabut non era solo un disegnatore satirico, aveva fatto tate cose e, soprattutto, per anni aveva accompagnato la crescita di quelli che oggi sono quarantenni facendo una trasmissione per bambini, dove disegnava in diretta per loro. La sua morte ha colpito molto i francesi, ha toccato tanti in una sfera intima, legata alla loro infanzia".

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