La popolare App che mette in contatto tramite smartphone passeggeri e autisti ha ripreso servizio nella capitale indiana, sei settimane dopo essere stata messa al bando per le accuse di molestie sessuali da parte di una donna nei confronti di un autista: "Siamo tornati per servirti, Delhi". La società si è attivata anche per ottenere una licenza taxi
Uber riparte a Nuova Delhi. La popolare app che mette in contatto tramite smartphone passeggeri e autisti ha ripreso servizio nella capitale indiana, sei settimane dopo essere stata messa al bando per le accuse di molestie sessuali da parte di una donna nei confronti di un autista. "Siamo tornati per servirti, Delhi" si legge in un comunicato pubblicato sul sito di Uber.
La società americana afferma di essersi attivata per ottenere una licenza per svolgere il servizio di taxi e che migliorerà la sicurezza con diverse misure, tra cui la verifica dei documenti degli autisti e l'introduzione di un "pulsante di emergenza" nella app con cui ricevere i dettagli del percorso, la traccia live del GPS, informazioni sul conducente e sul numero di licenza.
L'autista accusato a inizio dicembre da una 26enne è sotto processo per stupro e rapimento. L'uomo ha negato ogni accusa. Secondo quanto raccontato dalla donna alle autorità, invece, lei ha prenotato una corsa a Gurgaon, alla periferia di New Delhi, dopo una serata passata con amici in un ristorante per risvegliarsi da sola nel veicolo parcheggiato in una zona appartata della capitale. Le autorità indiane avevano vietato l'applicazione per non aver effettuato adeguati controlli sui conducenti. La compagnia si è scusata per l'accaduto e ha riconosciuto di "dover fare di più".
