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Grecia: dal buco del debito al commissariamento della troica, le tappe della crisi

24 gennaio 2015 | 21.12
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La crisi greca irrompe sui mercati internazionali esattamente cinque anni fa, nel dicembre del 2009, quando il governo socialista dell'allora premier George Papandreou, al potere da due mesi, rivela che il debito greco ammonta a 300 miliardi di euro, pari al 113% del Pil, una cifra ben più alta di quella fino ad allora dichiarata

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Per comprendere l'importanza del voto in Grecia, le sue implicazioni sulla stabilità dell'Europa e della moneta unica, è utile ripercorrere le tappe della crisi e il nuovo passaggio segnato dalle elezioni di domenica. La crisi greca irrompe sui mercati internazionali esattamente cinque anni fa, nel dicembre del 2009, quando il governo socialista dell'allora premier George Papandreou, al potere da due mesi, rivela che il debito greco ammonta a 300 miliardi di euro, pari al 113% del Pil, una cifra ben più alta di quella fino ad allora dichiarata.

- Gennaio 2010: in seguito alle rivelazioni secondo cui il governo conservatore precedente avrebbe truccato i conti per potere entrare nell'euro, viene rivisto al rialzo, dal 3,7 al 12,7%, il rapporto deficit/pil, più di quattro volte il limite fissato dal Trattato di Maastricht.

- Maggio 2010: l'Unione Europea ed il Fondo monetario internazionale approvano un piano di salvataggio per la Grecia da 110 miliardi di euro, il primo per un Paese dell'eurozona. In cambio degli aiuti, Atene si impegna con Bruxelles ad approvare riforme durissime, improntate all'austerity, per riportare i conti in ordine.

- Luglio 2011: i leader dell'eurozona raggiungono un accordo preliminare per un secondo bailout per la Grecia, che comprende anche aiuti per 50 miliardi di euro provenienti dal settore privato.

- Ottobre 2011: i leader dell'eurozona raggiungono un accordo per cancellare il 50% del debito greco in cambio di ulteriori misure e riforme per riportare i conti in ordine. Ma il premier George Papandreou annuncia a sorpresa la convocazione di un referendum in questo secondo pacchetto, che equivale di fatto a chiedere ai greci se vogliono restare o meno nell'euro.

- Novembre 2011: riuniti a Cannes per il G20, in un vertice drammatico segnato dalle pressioni dei leader internazionali, Papandreou rinuncia al piano per convocare un referendum e si dimette. Nasce un governo di unità nazionale presieduto dall'ex vice presidente della Bce Lucas Papademos.

(segue)

- Febbraio 2012: il Parlamento greco approva un nuovo pacchetto di tagli e riforme, mentre decine di migliaia di persone continuano a scendere in piazza per protestare contro il rigore imposto dalla troika. L'eurozona approva formalmente un secondo piano di aiuti da 130 miliardi di euro.

- Marzo 2012: la Grecia raggiunge un accordo con i creditori del settore privato per la ristrutturazione del suo debito.

- Aprile 2012: Papademos convoca elezioni anticipate per giugno, mentre la guida del governo ad interim viene assunta dal giudice della Corte suprema Panagiotis Pikrammenos. Intanto si fanno più insistenti le voci di una possibile uscita della Grecia dall'euro.

- Giugno 2012: dopo che al voto del mese precedente nessun partito ottiene la maggioranza necessaria, il partito Nuova Democrazia di Antonis Samaras ottiene poco meno del 30% dei voti e 129 seggi. Viene formato un esecutivo con l'appoggio esterno del Pasok e di Dimar, la Sinistra democratica.

- Novembre 2012: il Parlamento approva, tra proteste violente e manifestazione di piazza, un importante piano di austerity.

- Giugno 2013: il governo ordina la chiusura della tv pubblica greca e della radio Ert. Dimar lascia la coalizione e Samaras fa un rimpasto di governo.

- Novembre 2013: l'esecutivo Samaras sopravvive ad un voto di sfiducia.

- Aprile 2014: il ministero del Tesoro emette bond a cinque anni, segnando il ritorno della Grecia sui mercati dall'inizio del 2010. L'Ue annuncia che la Grecia ha registrato un avanzo primario di 1,5 miliardi di euro nel 2013.

(segue)

- Maggio 2014: il partito della sinistra radicale Syriza trionfa alle elezioni europee con il 26% e con un programma basato sul rifiuto di tutte le politiche di austerity fin qui seguite.

- Settembre 2014: durante una visita in Germania, Samaras annuncia che la Grecia è pronta a uscire in anticipo dal programma di salvataggio Ue-Bce-Fmi.

- Novembre 2014: l'Eurogruppo si dice favorevole ad una linea di credito post-bailout per la Grecia per rassicurare i mercati, che non credono alla sua uscita dal piano di salvataggio.

- Dicembre 2014: falliscono le tre votazioni in Parlamento per eleggere il nuovo presidente della Repubblica e Samaras annuncia la convocazione di elezioni anticipate per il 25 gennaio.

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