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India: tutto pronto per l'arrivo di Obama, Modi a caccia dei capitali Usa

24 gennaio 2015 | 19.44
LETTURA: 6 minuti

Il presidente degli Stati Uniti ospite d'onore per le celebrazioni del Giorno della Repubblica. New Delhi 'ripulita' per accoglierlo. Washington interessata ad arginare la super potenza cinese, il premier indiano punta agli investimenti

Il presidente Usa Barack Obama e il  premier indiano Narendra Modi alla Casa Bianca (foto dal sito della Casa Bianca)
Il presidente Usa Barack Obama e il premier indiano Narendra Modi alla Casa Bianca (foto dal sito della Casa Bianca)

Quando domani l'Air Force One atterrerà a New Delhi e Barack Obama darà inizio alla sua visita di tre giorni, pochi si ricorderanno dell'incidente diplomatico che appena due anni fa congelò i rapporti bilaterali tra Stati Uniti e India. La vicenda dell'arresto a New York della vice console indiana Devyani Khobragade, accusata di aver fornito false informazioni nella domanda per il visto della sua domestica, sembrerà lontanissima nel tempo.

Ancora più distante apparirà il passato ostracismo Usa nei confronti dell'attuale premier Narendra Modi, al quale per quasi un decennio fu negato il visto di ingresso per le sue presunte responsabilità nelle violenze religiose che nel 2002, nel Gujarat, lo stato del quale era governatore, portarono alla morte di un migliaio di musulmani. Tutto sarà dimenticato in nome del pragmatismo che ha portato Modi, ad appena quattro mesi dalla sua visita alla Casa Bianca, ad invitare Obama quale ospite d'onore alla grande parata con la quale ogni 26 gennaio l'India celebra la sua Costituzione.

Modi ha bisogno dei capitali, della tecnologia e delle competenze Usa per sostenere il passo dell'economia indiana che, secondo le stime dell'Fmi il prossimo anno, con il rallentamento della Cina, registrerà la crescita più veloce tra le maggiori economie mondiali. Obama sarà quindi l'unico presidente Usa ad aver visitato l'India due volte, in nome di un analogo pragmatismo.

Washington interessata ad arginare la super potenza cinese

"Se guardiamo al tipo di priorità globali nelle quali vogliamo fare progressi per i prossimi due anni, non riusciremo a raggiungere i nostri obiettivi senza la cooperazione dell'India", ha spiegato il vice consigliere per la sicurezza nazionale Ben Rhodes alla vigilia del viaggio presidenziale. La stessa percezione c'è anche da parte indiana, come ha sintetizzato Baijayant Panda, parlamentare di opposizione ma non meno interessato al successo della visita: "L'universo sta cospirando per farci avvicinare ancora di più".

Sullo sfondo dei rapporti tra i due Paesi, rimane il fastidio indiano per il sostegno che gli Stati Uniti continuano a garantire al Pakistan, il tradizionale nemico di New Delhi. Ma è possibile che anche questo motivo di contrasto venga temporaneamente accantonato per un interesse assai più concreto. Il potenziale economico del rapporto Usa-India ha bisogno di una spinta vigorosa per dare i risultati sperati. Il paragone è con lo scambio commerciale tra Usa e Cina, che ha raggiunto i 560 miliardi di dollari, circa 9 volte quello tra Usa e India.

Ecco allora che New Delhi, in vista dell'arrivo dell'illustre ospite, si è data letteralmente una 'ripulita', magari, come scrive il New York Times, gettando la polvere sotto il tappeto e nascondendo i possibili motivi di imbarazzo nel ripostiglio. In questi giorni, l'amministrazione della città ha dispiegato squadre di inservienti con il compito di radunare le mandrie di bovini che vagano per le strade incuranti del traffico e delle altre attività umane.

New Delhi 'ripulita' per accogliere il presidente

Altri addetti municipali hanno battuto il quartiere nel quale si trova il palazzo presidenziale per scacciare le centinaia di scimmie che normalmente vivono lì indisturbate. Stesso trattamento è stato riservato ai mendicanti che stazionano nel centro della città, offrendo loro un rifugio durante i tre giorni della visita di Obama. Idem per le bancarelle e i venditori di cianfrusaglie che popolano le strade di New Delhi, ai quali è stato chiesto di non farsi vedere fino alla partenza dell'illustre ospite.

Obama e Modi, a parte presenziare insieme alla grande parata di lunedì, discuteranno di questioni di grande importanza per entrambi i Paesi. Dal commercio alla cooperazione nel campo della difesa, dai cambiamenti climatici alla lotta al terrorismo, alle minacce per la stabilità della regione. Non ultimo, l'implementazione dell'accordo sul nucleare civile firmato nel 2005, sul quale permangono notevoli differenze. Inoltre, nei tre giorni della sua visita, Obama terrà un discorso pubblico, incontrerà i dirigenti delle maggiori aziende, visiterà con la moglie Michelle il Taj Mahal e, insieme a Modi, si sottoporrà in un programma radiofonico alle domande degli ascoltatori.

Come riporta Bloomberg in una dettagliata analisi, dal punto di vista americano il successo della visita di Obama non necessariamente andrà valutato in termini di risultati concreti e immediati, quanto piuttosto nei frutti che potrebbe produrre in futuro. L'amicizia con una democrazia come l'India, avviata a diventare una superpotenza, va valutata in relazione alla contrapposizione con il modello di sviluppo cinese in una regione dove Washington e Pechino sono in aperta competizione per affermare la propria influenza.

Pochi mesi fa la visita di Xi Jinping

Modi, che dal giorno della sua elezione trionfale lo scorso maggio ha spinto sull'acceleratore dei rapporti con gli Usa, mantiene però la propria bussola orientata sul pragmatismo e non necessariamente il rapporto privilegiato con Washington si tradurrà in un'alleanza anti Pechino. Nei mesi scorsi, il premier indiano ha accolto calorosamente a New Delhi il presidente cinese Xi Jinping, chiedendo maggiori investimenti cinesi in India. La Cina rimane il maggior partner commerciale dell'India e Modi deve fare i conti con i rapporti di forza. Nel 2000, l'economia cinese, valutata in dollari, era 2,5 volte quella indiana. Oggi, l'economia cinese ha dimensioni cinque volte maggiori di quella indiana.

Per attrarre gli investimenti stranieri, compresi ovviamente quelli Usa, Modi, nel suo programma di rilancio dell'iniziativa privata e di ammodernamento e contenimento dell'onnipresente burocrazia indiana, ha allentato alcuni dei limiti che venivano imposti alle aziende straniere, in particolare nel campo della difesa e dei trasporti. I risultati, secondo i dati del ministero delle Finanze, già cominciano a vedersi. Gli investimenti diretti dall'estero, pari a 16,2 miliardi di dollari nel semestre conclusosi a settembre 2014 erano aumentati dell'11 per cento rispetto all'anno precedente.

La visita di Obama sarà anche una verifica degli incontri avuti da Modi quattro mesi fa negli Stati Uniti con i vertici di aziende come la Pepsi, Google, General Electric e Boeing. Il premier può vantare un precedente di successo, quando convinse la Ford a investire 1 miliardo di dollari in una fabbrica a Ahmedabad, ai tempi in cui era governatore del Gujarat.

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