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Papa: "Mettere fine a ogni ostilità in Ucraina". Appello ai cristiani: "Serve unità"

25 gennaio 2015 | 13.17
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Bergoglio all'Angelus: "Seguo con viva preoccupazione l'inasprirsi degli scontri che continuano a provocare vittime". Palloncini colorati volano su piazza S. Pietro, Francesco: "Vogliono dire pace"

 (Infophoto)
(Infophoto)

Appello di Papa Francesco per la difficile situazione in Ucraina, durante l'Angelus in piazza San Pietro. "Seguo con viva preoccupazione l'inasprirsi degli scontri nell'Ucraina orientale, che continuano a provocare numerose vittime tra la popolazione civile - ha detto Bergoglio - Mentre assicuro la mia preghiera per quanti soffrono, rinnovo un accorato appello perché si riprendano i tentativi di dialogo e si ponga fine ad ogni ostilità".

Davanti a fedeli e pellegrini arrivati da tutto il mondo, il Papa ha anche invitato a pregare affinché i cristiani possano di nuovo trovare l'unione. "Che brutta cosa che i cristiani siano divisi" ha detto Bergoglio. "I nostri peccati - ha affermato a braccio - la nostra storia, ci hanno divisi. Preghiamo che lo Spirito Santo ci unisca di nuovo". Il Pontefice è poi tornato sul tema del maligno: "Il diavolo è il padre delle divisioni, fa sempre guerre, fa tanto male". Da qui l'appello: "Che la sete di Gesù diventi la nostra sete".

All'Angelus Francesco ha ricordato la Giornata mondiale dei malati di lebbra che si celebra oggi: "Esprimo la mia vicinanza a tutte le persone che soffrono per questa malattia, come pure a quanti si prendono cura di loro, e a chi lotta per rimuovere le cause del contagio, cioè condizioni di vita non degne dell'uomo. Rinnoviamo l'impegno solidale per questi fratelli e sorelle!".

Al termine della preghiera dell'Angelus, Bergoglio si è affacciato con un bambino e una bambina di due parrocchie romane che hanno letto un messaggio dell'Azione Cattolica di Roma. "Salutate, salutate!", ha esclamato Francesco mentre su piazza San Pietro venivano liberati in cielo tanti palloncini colorati. "Vogliono dire pace", ha detto il Papa.

Nel pomeriggio, nell'omelia tenuta nella Basilica di San Paolo fuori le mura, ha esortato al confronto con chi è diverso. "In viaggio dalla Giudea verso la Galilea - ha osservato il Papa - Gesù passa attraverso la Samaria. Egli non ha difficoltà ad incontrare i samaritani giudicati eretici, scismatici, separati dai giudei. Il suo atteggiamento ci dice che il confronto con chi è differente da noi può farci crescere".

Bergoglio ha invitato ad abbattere i muri che separano: "La donna di Sicar interroga Gesù sul vero luogo dell'adorazione di Dio. Gesù non si schiera a favore del monte o del tempio, ma va all'essenziale abbattendo ogni muro di separazione". Il Papa, nel corso dell'omelia, ha evidenziato come "tante controversie tra cristiani, ereditate dal passato, si possono superare mettendo da parte ogni atteggiamento polemico o apologetico e cercando insieme di cogliere in profondità ciò che ci unisce, e cioè la chiamata a partecipare al mistero di amore del Padre rivelato a noi dal Figlio per mezzo dello Spirito Santo".

Francesco ha anche invitato a "evitare di chiudersi nei propri particolarismi ed esclusivismi, come pure di imporre uniformità secondo piani meramente umani. Il comune impegno ad annunciare il Vangelo permette di superare ogni forma di proselitismo e la tentazione di competizione". E, a braccio, ha ricordato "i martiri uccisi perché cristiani. Sono cristiani, per questo perseguitati. Questo è l'ecumenismo del sangue".

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