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Ucraina, Nato: "Attacchi dei separatisti inaccettabili, la Russia fermi il suo sostegno"

26 gennaio 2015 | 15.04
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Il governo ucraino ha deciso di introdurre lo stato di emergenza nell'Est del Paese. In tutte le regioni è "stato di elevata allerta". Putin: "L'esercito di Kiev è la legione straniera dell'Alleanza atlantica"

(Xinhua)
(Xinhua)

La Nato "condanna le violenze da parte dei separatisti sostenuti dalla Russia lungo la linea del cessate il fuoco nelle regioni orientali dell'Ucraina", attacchi "indiscriminati" contro aree residenziali di Mariupol, che sono "ingiustificabili e inaccettabili". Lo ha affermato il segretario generale dell'Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, al termine della riunione straordinaria della commissione Nato-Ucraina, richiesta da Kiev.

"Le azioni violente e le affermazioni provocatorie dei separatisti sono in diretta contraddizione con gli accordi di Minsk" e, "nonostante i suoi ripetuti impegni per una soluzione pacifica, la Russia continua a sostenere, addestrare ed equipaggiare i separatisti ucraini". La Nato, ha aggiunto Stoltenberg, "chiede alla Russia di fermare immediatamente il proprio sostegno ai separatisti e la destabilizzazione dell'Ucraina e di rispettare i propri impegni internazionali".

Il presidente russo Vladimir Putin ha puntato il dito contro l'esercito ucraino, "legione straniera della Nato che non persegue gli interessi di Kiev ma ha come obiettivo geopolitico quello di contenere la Russia". Putin ha anche accusato l'Ucraina di "rifiutare una soluzione pacifica del conflitto" nell'Est, e di "aver usato il cessate il fuoco solo per raggruppare le sue forze militari".

Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, dopo che il presidente americano Barack Obama ha ipotizzato nuove sanzioni contro Mosca, ha detto che "rinnovare minacce e pressioni economiche contro la Russia costituisce una strategia assolutamente distruttiva, ingiustificata e miope". Peskov ha aggiunto che "minacce e ricatti non influenzeranno le posizioni di Mosca sugli eventi in Ucraina" e ha chiesto a Stati Uniti e Unione europea di esercitare maggiori pressioni su Kiev, a cui Mosca attribuisce la responsabilità per la nuova escalation di violenza nell'Est.

Anche il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha denunciato l'ipotesi di nuove sanzioni paragonando quanto è accaduto a Mariupol alle conseguenze della tragedia del volo della Malaysian MH17. I governi occidentali attribuiscono "cronicamente" la responsabilità di ogni incidente ai separatisti e alla Russia, ha affermato Lavrov anticipando contatti fra separatisti e rappresentanti del governo ucraino che potrebbero riprendere, ha precisato, "nei prossimi giorni".

Il governo ucraino ha deciso di introdurre lo stato di emergenza nell'Est del Paese. Lo ha annunciato il premier Arseniy Yatsenyuk precisando che le misure straordinarie che assicurano maggiori poteri ai militari entreranno in vigore nelle regioni di Donetsk e Luhansk. In tutte le regioni del Paese è invece "stato di elevata allerta".

Sono ripresi anche questa mattina i combattimenti nelle regioni di Donetsk e Luhansk. Nelle ultime 24 ore, ha denunciato Kiev, sono rimasti uccisi sette soldati e altri 25 feriti. Mentre 496 minatori sono rimasti intrappolati nelle gallerie della miniera di Zasyadko, nei dintorni a Donetsk, in territorio controllato dai separatisti dopo che un colpo di mortaio ha colpito il generatore che alimentava il pozzo. I soccorritori sono riusciti fino a ora a evacuare 110 minatori.

La Commissione europea ha stanziato altri 15 milioni di euro di aiuti a sostegno dell'Ucraina. I nuovi fondi saranno destinati alle esigenze di base, come cibo, acqua e medicinali, della popolazione a Mariupol e nelle zone colpite dal conflitto. Lo stanziamento porta i contributi totali della Ue e degli Stati membri a favore della popolazione ucraina a 95 milioni di euro.

"Sono molto preoccupato per la drammatica escalation di violenza che sta affliggendo l’Ucraina negli ultimi giorni e condanno gli attacchi indiscriminati da parte dei separatisti che hanno provocato la morte di numerosi civili negli ultimi scontri a Mariupol come pure nel Donbass” ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, secondo il quale "occorre un impegno chiaro e concreto di tutte le parti, a cominciare dalla Russia, per fermare la violenza e gli attacchi contro i civili: questo è il momento per Mosca di dimostrare di essere un partner responsabile”.

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