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Usa: sarà accusato di diserzione sergente liberato in scambio con Talebani

27 gennaio 2015 | 18.33
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Il portavoce dell'Esercito definisce 'completamente false' le notizie su l'avvio di un processo per diserzione nei confronti di Bowe Bergdahl rapito nel 2009 in Afghanistan. La sua liberazione, ottenuta in cambio del rilascio di 5 detenuti di Guantanamo, aveva suscitato grandi polemiche e critiche lo scorso maggio

Usa: sarà accusato di diserzione sergente liberato in scambio con Talebani

Il Pentagono ha smentito che sia stata già presa una decisione sull'incriminazione per diserzione di Bowe Bergdahl, il militare americano rapito in Afghanistan nel 2009 e liberato lo scorso maggio a seguito di uno scambio di prigionieri con i talebani. La dichiarazione è arrivata dopo che oggi Nbc News ed altre emittenti americane hanno diffuso la notizia che le inchieste avviate dopo la liberazione avrebbero stabilito che Bergdahl, che allora era soldato semplice, fu rapito nel giugno di cinque anni fa dopo essersi allontanato dalla sua base per evitare di essere mandato in una missione pericolosa.

Alla dichiarazione del portavoce del Pentagono, il contrammiraglio John Kirby, che ha detto che "nessuna decisione è stata ancora presa", si è aggiunta poi quella del portavoce dell'Esercito, il maggiore Ronald Lewis che ha definito "completamente false" le notizie riportate da alcune emittenti americane secondo le quali sarebbe già stata consegnata la lista delle accuse ai legali del militare. Fonti militari hanno comunque fatto sapere alla Cnn che una decisione sulla vicenda, destinata a creare nuovi imbarazzi alla Casa Bianca, sarà presa "molto presto".

Il Pentagono lo scorso anno aveva infatti annunciato l'avvio di un'inchiesta sulle circostanze del rapimento di Bergdahl a seguito della polemica scoppiata dopo la sua liberazione, con i repubblicani che criticavano la scelta dell'amministrazione Obama di accettare uno scambio con i talebani, considerata una deroga alla regola americana che impone di non trattare con i terroristi per la liberazione degli ostaggi. Ed inoltre sottolineavano come fossero sospette le circostanze che avevano portato al rapimento del giovane militare.

Lo stesso presidente Obama era intervenuto per difendere lo scambio, avvenuto di fronte a quelle che venivano definite come gravi preoccupazioni per la salute del militare e grazie alla medizione del Qatar. I cinque afghani detenuti a Guantanamo liberati nello scambio erano stati infatti trasferiti in Qatar dove, assicurava Obama, “saranno tenuti sotto controllo, verranno monitorate le loro attività.

“A prescindere dalle circostanze della sua cattura, qualsiasi esse siano state, abbiamo fatto tornare un soldato americano a casa, punto e basta - aveva concluso il presidente - Questo è quello che ogni madre e padre che inviano i figli al fronte si devono aspettare non solo dal comandante in capo ma dagli Stati Uniti”.

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