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Francia: dalle spiagge al fronte, storia della 'most wanted' Boumedienne

03 febbraio 2015 | 11.27
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Dalle spiagge di Santo Domingo al fronte, la storia della moglie di Amedy Coulibaly, del suo incontro con la religione e poi della scelta di abbracciare il radicalismo islamico

Hayat Boumedienne e Amedy Coulibaly
Hayat Boumedienne e Amedy Coulibaly

C'è stato un tempo in cui la donna più ricercata di Francia, Hayat Boumedienne, moglie di Amedy Coulibaly, amava frequentare le spiagge della Repubblica Dominicana, dove si faceva fotografare in bikini accanto al futuro marito. Poi le cose sono cambiate, ha scelto di coprirsi e ha cambiato destinazioni di viaggio: le moschee della Malaysia, il pellegrinaggio alla Mecca e ora il fronte siriano.

Boumedienne, 26 anni, nata in Francia, rappresenta una potenziale preziosa fonte di informazione per gli inquirenti che indagano sugli attentati di Parigi. Capire il percorso che l'ha portata ad abbracciare il radicalismo islamico potrebbe far luce sul crescente ruolo che spetta alle donne all'interno dei gruppi jihadisti e dei loro complotti terroristici.

A ricostruire la sua storia è oggi il Washington Post, ricordando che Boumedienne non era nel minimarket kosher attaccato dal marito: aveva lasciato la Francia otto giorni prima dell'inizio degli attacchi. Da Parigi in macchina a Madrid con Coulibaly. Poi, il 2 gennaio, dalla Spagna in aereo verso Istanbul. Infine il passaggio in Siria, verso un'area controllata verosimilmente dallo Stato islamico. La rete logistica, ritengono gli inquirenti, avrebbe legami con Al Qaeda e dunque - temono - i due gruppi avrebbero iniziato a collaborare.

Non si sa esattamente quale sia stato il suo compito negli attacchi in Francia ma le 500 telefonate registrate nel 2014 tra il suo numero e quello della moglie di Cherif Kouachi, uno dei due responsabili dell'attacco alla sede di Charlie Hebdo, lasciano pensare che le due donne possano essere servite a convogliare messaggi, a mantenere in comunicazione Coulibaly con i Kouachi. Secondo alcuni inquirenti la donna inoltre sapeva probabilmente che qualcosa era in preparazione, anche se non conosceva i dettagli dell'operazione.

Scavando nel suo passato gli inquirenti hanno ricostruito un'infanzia difficile a Villiers-sur-Marne, alla periferia di Parigi, segnata dalla morte della madre quando la bambina aveva 8 anni e poi dalla difficile convivenza con la nuova moglie del padre. A 13 anni venne messa in una casa famiglia, affidata a persone provenienti dalla stessa città natale del padre. "Era fragile", chiaramente segnata dalla morte della madre. Ma anche studiosa, lavoratrice: continuava a svolgere un lavoro part-time pur frequentando il liceo, ricorda un fratello adottivo. A 18 anni la famiglia adottiva le propose un pretendente. Lei lo respinse, si trasferì sola a Parigi. Dopo un anno, le venne presentato Coulibaly, che aveva finito di scontare una pena detentiva per rapina a mano armata e in carcere aveva già conosciuto uno dei due fratelli Kouachi.

Dopo l'incontro con Coulibaly, asieme al marito, quello con la religione: "Avevo avuto un passato difficile e quella religione rispose a tutte le mie domande e mi portò la pace", disse lei alla polizia nel 2010 durante un interrogatorio. E presto, raccontò la stessa Boumedienne ai poliziotti, tra i due fu lei a diventare più osservante.

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