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Libia: al-Sisi chiede risoluzione Onu per intervento internazionale

17 febbraio 2015 | 09.25
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Decine di jihadisti morti o feriti. Colpita la sede del tribunale religioso a Derna. Il presidente al-Sisi: "Con raid esercitiamo diritto all'autodifesa". Sulla creazione di una coalizione internazionale: "Non c'è scelta", ma è necessario che "il popolo e il governo libico siano d'accordo e ci chiedano di agire". Militari dispiegati nei luoghi sensibili in Egitto dopo l'uccisione di 21 egiziani copti a opera dell'Is

(Foto Infophoto)
(Foto Infophoto)

Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha chiesto una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu che autorizzi la creazione di una coalizione internazionale in Libia. "Non c'è scelta", ha affermato al-Sisi in un'intervista a Europe 1, ma è necessario che "il popolo e il governo libico siano d'accordo e ci chiedano di agire". "Dobbiamo sostenere la legge e la scelta del popolo" in Libia, ha aggiunto il presidente egiziano che ha quindi invitato le numerose milizie che imperversano nel Paese a "consegnare le armi e lavorare nel contesto di un'azione civile".

Già ieri il presidente francese Francois Hollande e Al-Sisi avevano hanno sottolineato l'importanza di una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dell'adozione di nuove misure da parte della comunità internazionale per far fronte al pericolo rappresentato dall'Is.

Intanto decine di miliziani dello Stato islamico (Is) sono stati uccisi o feriti in nuovi raid condotti nella notte dall'aeronautica egiziana, col supporto di quella libica, sulla città di Derna, roccaforte dell'Is nella Libia orientale. Lo ha riferito il sito del quotidiano indipendente egiziano 'al-Mesryoon', citando il comandante dell'aeronautica libica Saqr al-Jarrushi, secondo il quale "almeno sette raid sono stati effettuati su Derna". Fonti citate da Sky News Arab hanno sottolineato che i raid hanno colpito basi dell'organizzazione estremista nelle aree di Sayyedat Khadija, la zona di Shiha e la sede del tribunale religioso dell'Is a Derna.

I raid aerei condotti sulle postazioni dello Stato islamico (Is) in Libia fanno parte del diritto dell'Egitto "all'autodifesa", ha detto dal canto suo il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, in un'intervista ad al-Arabiya. "Dopo la diffusione del video era necessario un attacco e una reazione", ha affermato Shoukry, riferendosi al video che mostra l'esecuzione di 21 cittadini copti egiziani da parte dei miliziani estremisti. I raid "fanno parte del diritto dell'Egitto all'autodifesa per proteggere i nostri bambini - ha dichiarato il capo della diplomazia del Cairo - E' una questione che deve essere compresa".

Tra le forze di sicurezza egiziane è massima l'allerta dopo l'uccisione di 21 egiziani copti a opera dell'Is. Secondo quanto riportato dal sito del quotidiano Al-Ahram, è iniziato in Egitto il dispiegamento di militari al fianco delle forze di polizia per la sorveglianza di autostrade e luoghi ''sensibili'' del paese. La decisione, annunciata ieri sera da un portavoce dell'esercito egiziano, è la conseguenza dei provvedimenti adottati domenica dal Consiglio di Difesa nazionale.

La crisi in Libia è ancora "gestibile", ma "la comunità internazionale deve agire rapidamente o nei prossimi mesi la situazione non sarà più controllabile", ha detto il Rappresentante speciale dell'Onu in Libia, Bernardino Leon, secondo il qualela situazione attuale in Libia "non è paragonabile" a quella in Siria e Iraq, anche se di recente nel paese nordafricano c'è stata un'avanzata dell'Is in alcune città come Sirte e Bengasi. "Ma non credo - ha spiegato - che l'Is oggi sia una minaccia dal punto di vista quantitativo". A propositivo della sua iniziativa che prevede il dialogo nazionale tra le varie forze, il rappresentante dell'Onu ha affermato che "o le fazioni trovano un accordo rapidamente o sarà molto difficile farlo in seguito. Credo - ha aggiunto - che i gruppi libici devono essere consapevoli dell'enorme minaccia del'Is".

Intanto al-Azhar, massima istituzione del mondo sunnita con sede al Cairo, ha "proibito" per i musulmani guardare e condividere i video diffusi dall'Is. Secondo una nota dell'istituzione sunnita, citata dal sito web del quotidiano Al-Ahram, il divieto di guardare i video è stato deciso per "evitare che il gruppo ottenga i suoi scopi malefici", ovvero diffondere il terrore tra i musulmani. Al-Azhar ha quindi invitato i media a non pubblicare "i crimini dei terroristi" che hanno l'unico obiettivo di "promuovere l'islamofobia".

Liberati i 21 pescatori egiziani rapiti a Misurata - I 21 pescatori egiziani che erano stati rapiti in Libia sono stati rilasciati. Lo ha annunciato la tv di stato del Cairo, con una notizia dell'ultima ora. La notizia del rapimento dei 21 pescatori era arrivata domenica, poco dopo la diffusione del video sulla decapitazione di 21 egiziani copti a Sirte. Il sindacato dei pescatori aveva annunciato che i 21 erano stati 'arrestati' due mesi fa a Misurata dalla fazione islamica Alba della Libia, che aveva precisato che i prigionieri sarebbero stati rimpatriati in Egitto dopo alcune indagini. Inizialmente i 21 pescatori erano in contatto con le famiglie, ma da alcuni giorni i contatti erano stati interrotti.

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