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Libia, l'Italia alle Nazioni Unite: "Pronti a ruolo guida"

19 febbraio 2015 | 09.09
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L 'Italia è pronta ad assumere un ruolo guida nella cornice dell'iniziativa dell'Onu. E' quanto affermato dal Rappresentante all'Onu, Sebastiano Cardi, mentre il ministro degli Esteri libico chiede lo stop all'embargo delle armi per combattere l'Is. Il sito libico al-Wasat sostiene che l'Is avrebbe il controllo totale di Sirte

Libia, l'Italia alle Nazioni Unite:

L'Italia è pronta ad assumere un ruolo guida nella cornice dell'iniziativa dell'Onu. E' quanto affermato dal nostro Rappresentante permanente alle Nazioni Unite, Sebastiano Cardi, in riferimento al deteriorarsi della situazione in Libia con la crescente minaccia rappresentata dallo Stato Islamico. L'Italia, come sottolineato mercoledì dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni nell'informativa urgente alla Camera, punta a una soluzione politica.

In occasione della riunione d'emergenza del Consiglio di Sicurezza a New York, inoltre, il ministro degli Esteri libico, Mohammed al-Dairi, ha chiesto alle Nazioni Unite di rimuovere l'embargo sulla vendita di armi al suo governo, per poter fronteggiare l'avanzata dei jihadisti dell'Is. Al-Dairi ha sottolineato che la Libia non chiede un intervento militare straniero, ma che la comunità internazionale "ha il dovere giuridico e morale di dare sostegno urgente" al Paese. "Se non riusciremo ad avere armi - ha affermato - questo può solo fare il gioco degli estremisti. La Libia necessita di una posizione decisa da parte della comunità internazionale, perché possa aiutarci ad addestrare il nostro esercito nazionale; questo passa solo attraverso la rimozione dell'embargo alle armi, in modo che il nostro esercito possa ricevere materiale e armamenti per fronteggiare il terrorismo che avanza".

L'Egitto ha rinunciato a chiedere un intervento militare internazionale nel Paese, dove all'inizio della settimana l'Is ha decapitato 21 suoi cittadini di fede copta. Mercoledì il ministro degli Esteri del Cairo, Sameh Shoukry, ha chiesto di mantenere un blocco navale per le armi dirette a zone della Libia che non sono sotto il governo delle "autorità legittime". Di fatto l'Egitto, che nei giorni scorsi ha eseguito alcuni raid aerei contro obiettivi dell'Is in Libia, continua a non escludere operazioni di terra nel Paese vicino.

Intanto Palazzo Chigi ha smentito le voci di una visita del premier Matteo Renzi la prossima settimana al Cairo. Ipotesi rilanciata dal giornale egiziano al-Ahram, che cita la lettera del presidente del Consiglio consegnata oggi al presidente Abdel Fatah al-Sisi dal sottosegretario alla presidenza Marco Minniti. Nella missiva si parla della cooperazione tra i due Paesi e di una visita ufficiale di Renzi in Egitto (senza precisare il giorno), accompagnato da rappresentanti di 100 aziende italiane, che operano in settori che variano dall'esplorazione petrolifera all'energia solare. Missione, quella delle aziende, confermata da fonti di Palazzo Chigi: "E' prevista da tempo una missione in Egitto del vice ministro allo Sviluppo Carlo Calenda con vari imprenditori".

Secondo il sito d'informazione libico al-Wasat, che cita fonti locali, l'Is avrebbe il controllo totale di Sirte, città della Libia centrale dove è nato il colonnello Muammar Gheddafi. "Daesh (acronimo dell'Is in arabo, ndr) si è impadronito dell'Università di Sirte, di tutte le sue strutture e degli uffici governativi nella città", ha chiarito una fonte del consiglio che dirige l'ateneo, rimasta anonima per motivi di sicurezza.

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