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Gb: Jihadi John all'agente dell'MI5, non sono un estremista

03 marzo 2015 | 12.36
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Emwazi raccontò al gruppo Cage il suo interrogatorio del 2009 con i servizi: "Mi fecero pressioni". "Ti terremo d'occhio, Mohammed", gli era stato assicurato durante l'interrogatorio. Ma nel 2013 il giovane fuggì da Londra per andare in Siria

Mohammed Emwazi (foto da Twitter)
Mohammed Emwazi (foto da Twitter)

"Mohammed, ti terremo d'occhio, lo abbiamo già fatto". Nonostante Mohammed Emwazi, all'epoca non ancora conosciuto come il boia dello Stato Islamico, avesse tentato di rassicurare l'MI5 di non essere un estremista islamico, i servizi di intelligence interna britannici non erano molto inclini a credergli. A gettare uno squarcio di luce sul percorso di radicalizzazione di Jihadi John, ancora coperto da molte zone d'ombra, è il resoconto del suo interrogatorio con l'agente dei servizi "Nick", così come lo stesso Emwazi lo raccontò nell'estate del 2009 agli attivisti di Cage, il gruppo inglese che si occupa di assistere i musulmani vittime di presunti abusi da parte delle autorità.

Cosa ne pensi degli attentati dell'11 settembre 2001? E di quelli del 7 luglio 2005 a Londra? Della guerra in Afghanistan? E degli ebrei cosa ne pensi? Alle domande dell'agente Nick, si ascolta nella registrazione e si legge nelle trascrizioni dell'intervista con Cage pubblicate dai media britannici, il giovane londinese di origine kuwaitiana fornì risposte più o meno 'rassicuranti'. Negli attentati "sono morte persone innocenti. Sono cose da estremisti, sono cose sbagliate. Cosa vuoi sentirmi dire?, che se potessi riporterei quelle persone in vita?, se potessi riporterei quelle persone in vita".

'Ti terremo d'occhio, Mohammed', ma nel 2013 lasciò Londra per la Siria

La guerra in Afghanistan, allora. Da quello che si vede in televisione, "vengono uccise persone innocenti". Quanto agli ebrei, "sono una religione" e "il mio credo, l'Islam, non costringe nessuno a convertirsi, ognuno ha i suoi diritti". Risposte evidentemente poco convincenti per l'agente dell'MI5, che replicò: "Sono ancora convinto che andrai in Somalia ad addestrarti". Emwazi si lamentò di quell'atteggiamento con gli attivisti di Cage, "dopo tutto quello che gli avevo detto, stava ancora insinuando che ero un estremista. Continuò a farmi pressioni, tentando di mettermi in bocca le parole". Dopo le 'pressioni', l'avvertimento di Nick: "Ti terremo d'occhio Mohammed, lo abbiamo già fatto. Ti terremo d'occhio".

Cage ha consegnato ai media britannici copia dell'intervista con Emwazi per dimostrare la tesi che il giovane londinese di origine kuwaitiana non era affatto un estremista, ma un uomo "gentile" prima di essere che "perseguitato e intimidito" dai servizi di sicurezza. Al di là dell'opinione del gruppo Cage, accusato da più parti di difendere gli estremisti, i nuovi documenti confermano ancora una volta che l'intelligence di Sua Maestà aveva sospetti su Emwazi già dal 2009, ne seguì i movimenti in Africa, fino poi a perderne completamente le tracce nel 2013. Nell'agosto dell'anno successivo, Emwazi ricomparve in Siria nelle vesti di Jihadi John, il boia degli ostaggi occidentali.

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