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Libia: Lavrov, segni di genocidio in uccisione copti da parte dell'Is

04 marzo 2015 | 16.36
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Il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov ha denunciato che per Mosca "ci sono tutti i segni di un genocidio" nell'uccisione, in Libia il mese scorso, di 21 copti egiziani da parte dell'Is, denunciando anche le atrocità commesse contro i cristiani in Siria e in Iraq.

"I gruppi di terroristi che dilagano in Siria e in Iraq hanno annunciato la creazione di un cosiddetto califfato, accompagnando questo annuncio alla distruzione di decine di chieste cristiane e dall'esodo di massa di cristiani", ha aggiunto, come rende noto la Rossiskaya Gazeta, in occasione della seduta sulla protezione dei cristiani convocata da Russia, Libano e Armenia, che si è tenuta nei giorni scorsi a margine della sessione annuale del Consiglio per i diritti umani a Ginevra.

"Intere città, come Mosul, sono state quasi completamente svuotate dalla tradizionale presenza dei cristiani che, preti inclusi, vengono uccisi, bruciati vivi, venduti come schiavi, derubati, costretti a fuggire dai loro paesi di origine e presi come ostaggio", ha denunciato inoltre Lavrov, in un intervento in cui la Russia, forse per la prima volta, non parla dell'avanzata dell'Is come il frutto dei tentativi di deporre Assad da parte dell'Occidente.

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