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Russia: l'11 marzo del 1985 Gorbaciov nominato segretario generale Pcus

11 marzo 2015 | 12.24
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"Così non si può andare avanti", confidò alla moglie Raissa al mattino alle quattro, tornato a casa dopo aver dato al Politburo l'annuncio della morte di Cernenko e capito che il suo nome sarebbe stato avanzato come candidato alla carica di segretario generale

Mikhail Gorbaciov con il suo rivale  politico Boris Eltsin - (Infophoto)
Mikhail Gorbaciov con il suo rivale politico Boris Eltsin - (Infophoto)

Trent'anni fa, l'11 marzo del 1985, il giorno dopo la morte di Konstantin Cernenko al termine di una lunga agonia durata quasi quanto i 13 mesi della sua presidenza che segna anche l'esaurimento della "linfa vitale del sistema", Mikhail Gorbaciov viene eletto segretario generale del Pcus dal Comitato centrale del partito.

Alle undici di sera del 10 marzo, lo stesso Gorbaciov -che faceva parte del presidium del partito- convoca una riunione del Politburo e della segreteria del comitato centrale per dare l'annuncio ufficiale della morte del leader. Mezz'ora prima, incontra il ministro degli esteri ed esponente di spicco della nomenklatura Andrei Gromyko: "La nostra conversazione fu breve. Dovevamo prendere una decisione di grande responsabilità. Non potevamo sbagliare", scrive nelle sue memorie "Ogni cosa a suo tempo. Storia della mia vita" (Marsilio, 2013) in cui ricorda anche un precedente colloquio con Yuri Andropov in cui questi li preannuncia "che da un momento all'altro, forse già domani, potresti avere questa responsabilità".

"La gente si aspetta dei cambiamenti, i tempi sono maturi, non possiamo più rimandare. Sarà difficile, ma dobbiamo decidere. Penso che in questa situazione dobbiamo unire le nostre forze", ricorda di aver detto Mikhail Sergeevic, che allora aveva 54 anni. "Gromyko con tranquillità e fermezza rispose: sono d'accordo con le sue osservazioni e accetto la sua proposta".

Gorbaciov fissa una riunione del Politburo per le due del pomeriggio dell'11 marzo e per le cinque una del plenum. "C'era tempo sufficiente perché ognuno considerasse i problemi e ci riflettesse sopra: un'intera notte più mezza giornata. La decisione sarebbe stata presa al Politburo e poi sottoposta al Plenum". "Erano circa le quattro del mattino dell'11 marzo quando tornai a casa. Raissa mi stava aspettando. Uscimmo in giardino. Fin dall'inizio della nostra vita a Mosca avevamo preso l'abitudine di non parlare delle questioni importanti nell'appartamento o nella dacia, non si poteva mai sapere...camminammo a lungo, discutendo degli eventi e delle possibili conseguenze", ricorda anche, dopo aver capito che il suo nome sarebbe stato candidato alla carica di segretario generale. "Eravamo convinti che, dando libertà e fiducia alle persone, si sarebbero liberate quelle energie e quella creatività necessarie per dare impulso ai principi riformatori".

Infine, disse alla moglie: "Vedi, sono arrivato a Mosca con la speranza e la convinzione che sarei stato capace di fare qualcosa, ma fino a ora non c'è stato molto che potessi fare. Quindi se voglio veramente cambiare le cose dovrò accettare la nomina, ammesso che mi venga proposta. Tu lo capisci, così non si può andare avanti". In meno di tre anni erano morti tre segretari generali del Pcus (Brezhnev, Andropov e Cernenko) e numerosi esponenti di spicco del Politburo: "eventi con un profondo significato simbolico. Il sistema stesso stava spegnendosi: il suo sangue non conteneva più alcuna linfa vitale".

"Ero ben consapevole che si trattava della situazione generale del Paese e che bisognava sostituire i quadri. Se avessi avuto solo il 50 per cento piu' uno dei voti o poco più, se l'esito non fosse stato l'espressione di un consenso generale, non avrei potuto risolvere i problemi correnti. A dirla francamente, se ci fosse stata qualche opposizione alla mia candidatura nel Politburo o nel comitato centrale, io mi sarei ritirato, dato che mi era chiaro che bisognava, come avevano detto i nostri amici italiani, 'andare avanti'". La decisione viene presa dal Politburo all'unanimità. Di fronte al Plenum, Gorbaciov tiene un discorso in cui presenta la sua candidatura, citando la necessità di migliorare e sviluppare le democrazia, continuare gli sforzi per attuare una politica di mantenimento della pace, arrestare e non proseguire la corsa agli armamenti, congelare quindi gli arsenali nucleari, e fermare ulteriore dispiegamento di missili, ridurre realmente e su vasta scala gli armamenti accumulati e non dare il via alla creazione di nuovi sistemi, convincere l'opinione pubblica che il Pcus era una forza capace di unire la società e di avviare con urgenza un cammino di profondi cambiamenti, che le intenzioni della dirigenza erano chiare e risolute.

"Nei primi giorni dopo la mia elezione, Raissa mi chiedeva in continuazione: che cosa dobbiamo fare, come dobbiamo comportarci? "Non cambieremo nulla. Ci comporteremo come ci siamo sempre comportati fino a ora", la sua risposta. Sei anni dopo, il 25 dicembre del 1991, le dimissioni da presidente annunciate in un discorso trasmesso dalla televisione di fronte a un paese diverso da quello che lo aveva accolto come segretario generale e che ancora di più lo sarebbe stato a partire da quella data.

"Spesso mi chiedono se la perestroika ha vinto o ha perso. E io rispondo che si è fermata, anzi, più precisamente, si è interrotta, ma i suoi successi sono irreversibili. Hanno trasformato la strategia della perestroika in una strategia di distruzione dello stato sovietico, dell'economia, del sistema di assistenza sanitaria nazionale. Tutto questo è avvenuto in un batter d'occhio e ha rallentato lo sviluppo del paese di almeno una decina d'anni", ha poi scritto Mikhail Sergeevic che ha sostenuto le politiche di Putin in Ucraina, sottolineando che, anche a distanza di tempo, "la mia posizione di principio non è cambiata: ricomincerei a lottare per lo stesso obiettivo, più democrazia, più socialismo".

All'anniversario della nomina di Gorbaciov, leader meno amato in Russia quasi al pari di Boris Eltsin, la Russia distratta dalla crisi economica e da una retorica lontana dalla perestroika e dalla glasnost, non sembra dedicare una grande attenzione.

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