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Siria: domani conferenza donatori in Kuwait, per Onu servono 8,4 mld dollari

30 marzo 2015 | 17.54
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'Se non si riusciranno a raccogliere i fondi richiesti, il rischio è quello di una catastrofe umanitaria orribile e pericolosa'', ha avvertito l'inviato speciale dell'Onu per gli Affari umanitari Abdullah al-Maatuq. Metà della popolazione siriana ha bisogno di aiuti di emergenza, i profughi sono 3,9 milioni.

Siria: domani conferenza donatori in Kuwait, per Onu servono 8,4 mld dollari

Servono 8,4 miliardi di dollari per aiuti di emergenza ai civili siriani, fra cui 3,9 milioni di rifugiati. Questo quanto le Nazioni Unite sperano di poter ottenere dalla conferenza dei donatori per la Siria che si terrà domani in Kuwait, presieduta dal segretario generale Onu Ban Ki-moon e aperta dall'emiro del Kuwait Sheikh Sabah al-Ahmad Al-Sabah. ''Se non si riusciranno a raccogliere i fondi richiesti, il rischio è quello di una catastrofe umanitaria orribile e pericolosa'', ha avvertito l'inviato speciale dell'Onu per gli Affari umanitari Abdullah al-Maatuq. Intanto le organizzazioni non governative si sono impegnate a devolvere più di 480 milioni di dollari per i rifugiati siriani. In testa la turca IHH Humanitarian Relief Foundation con 100 milioni di dollari. Seguono la Mezzaluna Rossa del Qatar e l'Organizzazione caritatevole internazionale islamica del Kuwait.

La responsabile dell'Agenzia Onu per gli Affari umanitari Valerie Amos ha sottolineato che la situazione umanitaria in Siria è peggiorata con il continuo delle violenze e che i bambini sono particolarmente colpiti. Per questo c'è necessità urgente di assistenza salvavita per la metà della popolazione siriana, mentre molte agenzie Onu annunciano di essere rimaste senza fondi con il rischio di dover ridurre o interrompere le proprie attività in Siria.

Nelle prime due conferenze dei donatori per la Siria che si sono svolte in Kuwait sono stati presi impegni per donare rispettivamente 1,5 miliardi di dollari e 2,4 miliardi di dollari. Ma le Nazioni Unite hanno lamentato che gli impegni presi non sono stati rispettati.

Inoltre la Fao ha avvertito che servono 121 milioni di dollari per l'assistenza alimentare ai cittadini in Siria e ai rifugiati siriani nei Paesi vicini. Nel dettaglio, la Fao spiega che servono 59 milioni di dollari a sostegno dell'agricoltura a beneficio di 1,5 milioni di persone, e altri 62 milioni di dollari per sostenere le coltivazioni nei Paesi che ospitano un gran numero di rifugiati siriani, tra cui Iraq, Giordania, Libano e Turchia.

Ma nei primi tre mesi del 2015 è stato stanziato solo il 9,8 per cento degli aiuti necessari alla popolazione siriana. Inoltre nel 2014 le organizzazioni umanitarie, l'Onu, il Comitato Internazionale della Croce Rossa e la Federazione Internazionale della Croce Rossa avevano chiesto 7,7 miliardi di dollari per poter soccorrere i civili, ma ne era arrivato solo il 62,5 per cento.

L'organizzazione non governativa Oxfam ha inoltre calcolato che quasi la metà dei paesi ricchi non ha stanziato una giusta quota di aiuti. Tra questi Russia (7 per cento), Australia (28 per cento) e Giappone (29 per cento). Hanno invece garantito la loro giusta quota il Kuwait (1107 per cento), gli Emirati Arabi Uniti (391 per cento), la Norvegia (254 per cento), il Regno Unito (166 per cento), la Germania (111 per cento) e gli Stati Uniti (97 per cento). A metà strada si trovano invece paesi come l'Italia che ha garantito il 58 per cento di quanto avrebbe potuto e la Francia con il 57 per cento.

Oxfam chiede inoltre che i paesi ricchi accolgano, entro la fine del 2015, il 5 per cento dei rifugiati siriani più vulnerabili, contro l'attuale impegno pari a meno del 2 per cento dei 3,9 milioni di rifugiati siriani in fuga dalla guerra. Alcuni Paesi, come Germania, Norvegia, Canada, Svezia e Svizzera, hanno mantenuto le promesse riguardo l'accoglienza dei rifugiati.

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