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Russia: Zaur Dadaev nega in tribunale coinvolgimento in assassinio Nemtsov

01 aprile 2015 | 18.14
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L'ex vice comandante del battaglione Sever delle forze speciali di Ramzan Kadyrov nega in aula la sua colpevolezza e spiega di aver confessato solo perché messo sotto pressione dagli inquirenti.

(foto Xinhua)
(foto Xinhua)

Si sfalda il caso giudiziario sull'assassinio di Boris Nemtsov. Il principale sospetto, il ceceno Zaur Dadaev, ha ritrattato la sua confessione, come aveva già fatto nel carcere di Lefortovo incontrando una delegazione di attivisti, negando la sua colpevolezza. Nell'udienza che si è tenuta oggi al tribunale della città di Mosca l'ex vice comandante del battaglione Sever delle forze speciali cecene, colui che il presidente ceceno Ramzan Kadyrov aveva difeso dopo l'arresto come "un patriota", ha detto di non essere colpevole dell'omicidio e di aver confessato, poco dopo il suo arresto, solo perché sotto pressione.

Ha anche precisato di aver un alibi per la sera del 27 febbraio, quando l''oppositore a Vladimir Putin è stato ucciso di fronte al Cremlino. La Commissione inquirente ha ribadito la colpevolezza di Dadaev, citando oltre che la confessione ora ritrattata, anche altre prove. Il tribunale oggi non ha confermato la detenzione di tre dei cinque arrestati in connessione all'assassinio, Khamzat Bakhayev, Tamerlan Eskerkhanov e Shahid Gubashev, che tuttavia rimangono in carcere fino alla prossima udienza sul caso. Confermata invece la detenzione, oltre che di Dadaev, di Anzor Gubashev. Il mandante dell'assassinio sarebbe una personalità vicino a Kadyrov, aveva scritto il bisettimanale per cui lavorava Anna Politovskaya Novaya Gazeta, dopo che Dadaev aveva ritrattato la sua confessione, indicando il movente in una spaccatura fra i kadirovtsy e l'Fsb.

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