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Ucciso in un raid Giovanni Lo Porto, il cooperante ostaggio da tre anni

23 aprile 2015 | 16.11
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L'italiano, rapito tre anni fa, e l'americano Warren Weinstein sono morti colpiti da un drone della Cia dello scorso gennaio al confine tra Afghanistan e Pakistan. Il presidente Usa si scusa con le famiglie delle vittime: "La lotta contro il terrorismo comporta anche questi errori". Renzi: "Dolore per la morte di un italiano che ha dedicato la sua vita agli altri". Mattarella: "Cooperanti sempre più esposti a rischi". Boldrini: "Preoccupante non averlo saputo prima". Stucchi (Copasir) all'Adnkronos: "Appureremo tutta la verità". Il blitz sarebbe stato condotto da un drone.

Giovanni Lo Porto
Giovanni Lo Porto

Il cooperante italiano Giovanni Lo Porto e un altro ostaggio americano Warren Weinstein sono rimasti uccisi in un raid Usa contro un compound di Al Qaeda lo scorso gennaio al confine tra Afghanistan e Pakistan. Lo ha reso noto la Casa Bianca. La Cnn precisa che i due sono morti colpiti da un drone militare americano. Lo Porto era stato rapito in Pakistan nel 2012.

"Come presidente e comandante in capo io mi assumo la piena responsabilità delle operazioni anti-terrorismo", anche quella in cui "sono rimasti uccisi due innocenti tenuti prigionieri da al Qaeda", ha detto Barack Obama nella dichiarazione con cui ha presentato le "più profonde scuse" alle famiglie di Lo Porto e Weinstein.

"E' una verità molto cruenta, ovviamente la lotta contro il terrorismo comporta anche questi errori", ha sottolineato il presidente degli Stati Uniti. Obama ha poi voluto ricordare che "una delle cose che distingue l'America e ci rende eccezionali è proprio il nostro desiderio di andare avanti e soprattutto di imparare dai nostri errori". "Faremo il nostro meglio - ha assicurato - e soprattutto tutto il possibile affinché tutto questo non avvenga mai più e faremo il possibile per fermare la morte di innocenti vittime".

"L'esempio di Giovanni riflette l'impegno degli italiani, nostri grandi alleati ed amici, per la sicurezza e la dignità delle persone nel mondo", ha detto parlando dell'impegno umanitario del cooperante.

Obama ha personalmente informato ieri il presidente del Consiglio Matteo Renzi dell'uccisione dell'ostaggio. L’Unità di crisi ha immediatamente preso contatto con la famiglia Lo Porto per comunicare la triste notizia, come spiega palazzo Chigi.

"L’Italia porge le più sentite condoglianze alla famiglia di Giovanni Lo Porto”, ha dichiarato il premier. "Esprimo profondo dolore – aggiunge – per la morte di un italiano, che ha dedicato la sua vita al servizio degli altri. Le mie condoglianze vanno anche alla famiglia di Warren Weinstein”.

Renzi, si apprende da fonti di palazzo Chigi, ha parlato con la madre di Lo Porto, che gli è stata passata dal team della Unità di crisi della Farnesina che è a Palermo, con l'assistenza psicologica che da oggi è a casa Lo Porto. "Aveva la mia età", ha detto il premier alla mamma nel corso della loro conversazione telefonica.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, appresa la notizia, ha dichiarato: "Partecipo al grande lutto della famiglia e sono vicino al mondo della cooperazione internazionale che, per l'aggravarsi delle situazioni di crisi, è sempre più esposto a insidie e rischi gravissimi".

La presidente della Camera Laura Boldrini, parlando con i giornalisti alla stampa estera, ha detto: "Sulla base di quello che ci dirà il ministro mi auguro che ne sapremo di più. Risulta infatti anche per noi preoccupante che non abbiamo avuto sentore prima di oggi. Sarà il ministro a fornire tutti i chiarimenti".

Il governo riferirà domani alle ore 10 alla Camera sulla morte di Lo Porto. Sarà il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, a parlare in aula della vicenda.

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Marco Minniti riferirà martedì mattina alle 11 al Copasir sulle circostanze che hanno portato alla morte di Lo Porto.

"Abbiamo intenzione di capire esattamente tutto quello che è successo nel lasso di tempo da gennaio ad oggi. Bisogna appurare se gli Stati Uniti fossero già al corrente della presenza dei due ostaggi all'interno del compound o se si è arrivati a capirlo successivamente", ha detto all'Adnkronos il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi.

"Immagino che la certezza dell'identità dei due corpi sia una cosa molto recente - prosegue Stucchi - ma resta da capire quali siano le informazioni che l'intelligence americana ha passato alla nostra, chi ha operato e sulla base di quali informazioni si sia deciso di fare il raid. Martedì sentiremo da Minniti quali sono gli sviluppi della vicenda", conclude il presidente del Copasir.

Il raid sarebbe stato effettuato con un drone militare americano . A riferirlo è la Cnn che cita diversi funzionari americani.

Nel corso dei raid sono morti anche due cittadini americani legati ad Al Qaeda, rende noto la Casa Bianca. Uno dei due americani, Ahmed Farouq, ha poi aggiunto, è morto nel corso della stessa operazione in cui sono morti Weinstein e Lo Porto. L'altro, Adam Gadahn, è stato probabilmente ucciso in un raid separato condotto a gennaio. Nella dichiarazione si precisa che l'intelligence Usa non aveva informazioni riguardanti la presenza dei due sul sito oggetto dei raid.

Obama non ha personalmente approvato le operazioni condotte al confine tra Pakistan e Afghanistan, ha riferito un funzionario americano citato dalla Cnn sottolineando come queste rientrassero tuttavia nel quadro delle direttive della presidenza.

"Solo negli ultimi giorni l'intelligence ha raggiunto un alto grado di certezza che Warren Weinstein fosse stato ucciso", ha detto il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest. "Subito dopo il presidente è stato informato - ha ricostruito ancora il portavoce - ed ha dato direttive affinché fosse desecretato il maggior numero di informazioni possibile per poter informare la famiglia" e gli americani.

"Siamo devastati dalla notizia che mio marito non farà mai più ritorno a casa", ha dichiarato Elaine Weinstein, moglie dell'ostaggio americano rimasto ucciso. Nella sua dichiarazione, la vedova del 73enne che era stato rapito a Lahore nell'agosto del 2011 mentre stava lavorando ad un progetto di Usaid, la cooperazione americana, non manca di criticare come l'amministrazione Usa gestisce le emergenze degli ostaggi ma sottolinea che alla fine è al Qaeda da ritenersi responsabile per la morte del marito.

"Sfortunatamente, l'assistenza che abbiamo ricevuto da altri elementi del governo americano è stata inconsistente e deludente nel corso di questi tre anni e mezzo - ha detto - speriamo che la morte di mio marito e di altri che hanno fronteggiato simili tragedie negli ultimi mesi finalmente spinga il governo americano ad assumersi seriamente le proprie responsabilità e stabilire un coordinamento e un approccio consistente nel sostenere le famiglie degli ostaggi". "Ma quelli che hanno rapito Warren oltre tre anni fa hanno la responsabilità ultima" della sua morte, ha concluso Weinstein.

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