Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia: "La zona è nota per la sua attività sismica, causata dalla convergenza tra la placca indiana a Sud e la placca euro-asiatica a Nord, che ha determinato la formazione della catena dell’Himalaya. La zona intorno alla capitale Kathmandu era considerata un gap sismico"
Il Nepal è "considerata una delle regioni a più alto rischio del mondo". Ad affermarlo sono gli scienziati italiani dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), che hanno rilevato il "terremoto di magnitudo 7.8" che ha colpito la regione del Nepal questa mattina alle 06, 11 Utc, quando in Italia erano le 08,11 ed in Nepal le 11,56. "La zona è nota per la sua attività sismica ed è considerata una delle regioni a più alto rischio del mondo" affermano Alberto Michelini, direttore Centro nazionale terremoti dell’Ingv, e Alessandro Amato, dirigente di ricerca Cnt-Ingv. "L'attività sismica della regione -proseguono- è causata dalla convergenza tra la placca indiana, a sud, e la placca euro-asiatica a nord, che ha determinato la formazione della catena dell’Himalaya". "Il movimento relativo tra le due placche è di 4-5 centimetri per anno, di cui si stima che 2 cm/anno vengano accumulati lungo il margine meridionale della catena montuosa.
Questo significa -proseguono i due scienziati- che ogni 100 anni si accumula una deformazione pari a 2 metri di spostamento relativo tra le due placche". Nell’area colpita dal terremoto di oggi "non ci sono stati forti terremoti per diversi secoli, per questo motivo -riferiscono- la zona intorno alla capitale Kathmandu era considerata un gap sismico". La zona subito a est di quella colpita oggi era stata interessata da un terremoto di magnitudo superiore a 8 nel 1934.
Lo schema geologico mostra come la placca indiana scivoli sotto quella eurasiatica creando l’innalzamento dell’Himalaya. "La porzione del contatto tra le placche indicata come 'locked' (bloccata) è quella che rimane ferma, per secoli, nel periodo inter-sismico e che si muove improvvisamente quando viene superata la resistenza della faglia: in quel momento avviene un terremoto che ristabilisce -momentaneamente - l’equilibrio geologico, è l'analisi degli esperti dell'Ingv. Quando in Italia erano le 11, 30, gli scienziati hanno rilevati più di dieci aftershock con magnitudo maggiore di 5 e moltissimi altri di magnitudo inferiore. Secondo le stime preliminari dell’Usgs "è molto probabile che ci saranno centinaia o migliaia di vittime".