Finita nel mirino della stampa americana dopo la nuova candidatura alla Casa Bianca di Hillary Clinton, la Fondazione di famiglia ammette di aver compiuto degli errori nella compilazione delle dichiarazioni dei redditi, ma rivendica l'integrità del suo impegno alla trasparenza
Finita nel mirino della stampa americana dopo la nuova candidatura alla Casa Bianca di Hillary Clinton, la Fondazione di famiglia ammette di aver compiuto degli errori nella compilazione delle dichiarazioni dei redditi, ma rivendica l'integrità del suo impegno alla trasparenza. Con un insolito passo, il direttore esecutivo della Clinton Foundation, Maura Pally, ha pubblicato una dichiarazione a seguito dell'annuncio, fatto nei giorni scorsi, dell'avvio di una revisione contabile per individuare possibili errori nella dichiarazione delle donazioni da governi stranieri.
"Sì abbiamo fatto degli errori, come molte organizzazioni delle nostre dimensioni fanno, ma ci siamo attivati velocemente per risolverli ed abbiamo fatto passi affinché non succedano più" ha scritto sul blog della Foundation Pally che poi ha sottolineato che "siamo impegnati ad operare in modo responsabile ed efficace per continuare il nostro lavoro di beneficenza che salva e cambia le vite".
Per quanto riguarda gli errori nelle dichiarazioni di redditi, si sarebbe trattato - ha affermato - di un errore contabile: la somma totale dell'introiti dichiarati al fisco era corretta, ma le somme provenienti dai governi stranieri erano state erroneamente mischiate con quelle di altre donazioni.
Con questo chiarimento la fondazione spera di mettere a tacere le domande e le insinuazioni sul ruolo da essa svolto durante gli anni in cui Hillary Clinton era segretario di Stato - e alla Fondazione arrivavano donazioni da governi stranieri anche interessati a particolari rapporti con Washington - che sono state rilanciate nei giorni scorsi dal libro "Clinton Cash". In un'intervista televisiva l'autore del libro, l'analista conservatore Peter Schweizer, ha accusato il dipartimento di Stato di garantire un trattamento di favore a questi governi e la fondazione di aver tentato di non rendere note queste controverse donazioni.