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Nepal, "le persone rimaste uccise potrebbero essere 15mila". Rimpatriato un gruppo di italiani

01 maggio 2015 | 09.40
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Recuperate le salme di Oskar Piazza e Gigliola Mancinelli. Il bilancio attuale del sisma del 25 aprile è di oltre 6.200 vittime ma secondo il capo dell'esercito nepalese, generale Gaurav Rana, potrebbero essere più del doppio: intere regioni del Paese sono ancora isolate. Ambasciatore Ue: "Sono circa mille i cittadini europei di cui non si ha più notizia". Un uomo e una donna estratti vivi dalle macerie dopo 5 giorni (Foto). Arriva l'ospedale gonfiabile di Msf, priorità aree isolate. Neonato sopravvissuto dopo 22 ore (Guarda). Mercoledì salvato anche un 28enne. In un video la devastazione dei templi a Bhaktapur (Guarda)

E' atteso questo pomeriggio all'aeroporto di Pratica di Mare un altro gruppo di connazionali provenienti dal Nepal su un velivolo della nostra aeronautica militare coordinato dall'Unità di crisi e dal Comando Operativo Interforze. Lo rende noto la Farnesina, sottolineando che è sceso a due il numero dei connazionali sui quali sono ancora in corso verifiche da parte dell'Unità di Crisi.

Un primo gruppo di italiani è stato rimpatriato ieri sera. Nel volo atteso nel pomeriggio sono presenti anche oltre trenta cittadini Ue, il cui imbarco è stato predisposto nell'ambito della collaborazione tra le Unità di crisi dei diversi Paesi che stanno intervenendo ''nell'emergenza Nepal''. Grazie all'ausilio di un elicottero, in raccordo con personale della Farnesina sul posto, questa mattina è stato possibile evacuare a Kathmandu 4 connazionali e un cittadino spagnolo rimasti bloccati e in seria difficoltà in una zona impervia in alta montagna.

Sempre con un elicottero si è inoltre riusciti a recuperare le salme del signor Oskar Piazza e della signora Gigliola Mancinelli trasportate nella capitale nepalese. Proseguono tra grandi difficoltà logistiche le ricerche degli altri due connazionali deceduti in Nepal. Altri 7 connazionali sono riusciti a spostarsi fino alla capitale nepalese e vengono ora assistiti da funzionari dell'Unità di Crisi, dell'Ambasciata d'Italia a New Delhi e del Consolato Generale d'Italia a Calcutta per essere rimpatriati con il primo volo utile. Prosegue inoltre il lavoro per portare in sicurezza a Kathmandu gli ultimi connazionali rimasti che intendono rientrare in Italia.

L'ambasciatore dell'Unione europea a Kathmandu, Rensje Teerink, ha detto che sono circa mille i cittadini europei di cui non si ha più notizia dopo il terremoto. "Non sappiamo cosa gli sia accaduto. Alcuni potrebbero essere morti. Altri potrebbero solo non essersi messi in contatto", ha detto ai giornalisti a Kathmandu. La maggior parte degli europei di cui non si ha notizia sono turisti che si trovavano per fare del trekking nell'area di Langtang sul monte Everest.

Intanto continua a salire il bilancio delle vittime. Solo nel remoto distretto montano di Sindhupalchowk, il più colpito dal sisma di magnitudo 7.9 del 25 aprile, ci sono almeno 2020 morti: lo ha riferito il ministero degli Interni. Il numero delle vittime accertate sale a 6.204 morti e 13.932 feriti. Ma il capo dell'esercito nepalese, generale Gaurav Rana, alla rete americana 'Nbc' ha riferito che intere regioni del Paese sono ancora isolate e che alla fine "le persone rimaste uccise potrebbero essere 15.000", anche se il bilancio attuale è di 5.800 vittime. E ha sottolineato come ci sia la "minaccia di un'epidemia".

La Croce Rossa ha intanto avvertito che nella zona dell'epicentro, nel Nepal centrale, vi è stata "praticamente una devastazione totale" e i sopravvissuti sono in una "situazione disperata". Le abitazioni distrutte sono oltre 130mila e quelle danneggiate altre 85mila, secondo la stima che viene fatta dall'Ocha (ufficio Onu per il coordinamento degli aiuti umanitari). Sono 2,8 milioni le persone rimaste senza casa e tre milioni quelle che hanno bisogno di aiuti alimentari, sottolinea l'agenzia Onu. Intanto rimane ancora difficile raggiungere alcune zone più remote. "L'inaccessibilità di alcune zone, la mancanza di elicotteri per il trasporto di aiuti alimentari, le difficili comunicazioni e i problemi dei sicurezza sono le maggiori sfide per gli aiuti di emergenza", spiega l'Ocha.

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