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Gb: think tank, da Brexit calo commercio e crollo Pil fino al 14%

04 maggio 2015 | 16.20
LETTURA: 5 minuti

La prima vittima di un'eventuale uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea sarebbe la Gran Bretagna stessa: potrebbe perdere fino al 14% del Pil al 2030 in caso di voto favorevole al referendum sulla 'Brexit' che potrebbe tenersi entro il 2017. Lo scenario è delineato nell'ultimo studio pubblicato sull'argomento, curato dalla tedesca Bertelsmann Stiftung in collaborazione con l'Ifo Institut, a tre giorni dal voto

Union Jack  (Infophoto) - INFOPHOTO
Union Jack (Infophoto) - INFOPHOTO

La prima vittima di un'eventuale uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea sarebbe la Gran Bretagna stessa. Il Regno Unito potrebbe perdere fino al 14% del Pil al 2030 in caso di voto favorevole al referendum sulla 'Brexit' che potrebbe tenersi entro il 2017. Ma potrebbe anche subire un calo dell'interscambio commerciale con i Paesi Ue, una contrazione degli investimenti esteri e una perdita della spinta all'innovazione.

Lo scenario è delineato nell'ultimo studio pubblicato sull'argomento, curato dalla tedesca Bertelsmann Stiftung in collaborazione con l'Ifo Institut, che stima gli effetti della consultazione promessa dal leader conservatore David Cameron in caso di rielezione a premier nelle elezioni generali di giovedì prossimo.

Lo studio si basa su tre differenti scenari. Nel primo, 'soft', il Regno Unito beneficia di uno status simile a quello della Svizzera o della Norvegia, con un accordo commerciale con la Ue. Il secondo, intermedio, prevede barriere tariffarie e non al commercio con la Ue, e il terzo, il più pessimistico, stima l'isolamento del Paese dal resto dell'Unione.

L'economia britannica è strettamente legata a quella della Ue, con oltre il 50% dell'import e dell'export da e verso l'Unione, e il primo effetto di una Brexit sarebbe l'aumento dei costi commerciali e la riduzione dell'interscambio.

Ma il calo del commercio estero di un Paese, sottolinea il rapporto, ha un impatto negativo anche sulla crescita della produttività e sulla capacità di attrarre investimenti. E se il calo del reddito reale potrebbe subire una flessione fra lo 0,6% e il 3% nel breve termine, sul fronte del Pil una Brexit potrebbe causare al 2030 una flessione del 2% nello scenario migliore e del 14% in quello più pessimistico.

Il vantaggio immediato di un addio a Bruxelles, se non l'unico, per la Gran Bretagna sarebbe la cancellazione dei pagamenti annuali al budget della Ue. Nel 2013 il contributo netto è stato di 8,64 miliardi di euro, pari allo 0,5% del Pil britannico, che verrebbero subito risparmiati.

Ma i diversi settori dell'economia del Paese subirebbero danni notevoli. In particolare, secondo lo studio della Bertelsmann Stiftung, la chimica, l'ingegneria meccanica e l'auto vivrebbero "forti cali" del valore aggiunto perché "profondamente integrate" con l'industria europea. In particolare la chimica potrebbe subire una flessione del fatturato dell'11%, mentre settori più importanti per l'economia britannica, come quella dei servizi finanziari, nello scenario più sfavorevole vivrebbe un calo del 5%.

Inoltre la Ue sta negoziando una serie di importanti accordi bilaterali commerciali, vicini alla ratificazione, con Usa, Canada, Giappone, Singapore, India, Malesia e Vietnam, dai quali sono attese spinte alla crescita. Uscendo dalla Ue, la Gran Bretagna perderebbe questa spinta, con una perdita del Pil dell'1,4% in caso di uscita 'soft' e del 7,5% nello scenario più pessimistico.

A fare le spese di una Brexit non sarebbe però solo il Regno Unito. Tutta la Ue vedrebbe calare il proprio export verso la Gran Bretagna, con un calo del Pil complessivo stimato fra lo 0,1% e lo 0,4%. Fra i Paesi europei, invece, il Pil pro capite della Germania scenderebbe fra lo 0,1% e lo 0,3% al 2030, con l'industria dell'auto che soffrirebbe maggiormente il calo dell'export, con un una flessione del valore aggiunto fino al 2%. L'Irlanda pagherebbe le conseguenze più elevate, con una perdita del Pil fra lo 0,8% e il 2,7%. Conseguenze negative previste anche per Lussemburgo, Belgio, Svezia, Malta e Cipro.

Uno degli effetti negativi più immediati di una Brexit per gli altri Paesi Ue sarebbe la necessità di compensare i contributi britannici al bilancio comunitario. La Germania dovrebbe versare a Bruxelles 2,5 miliardi in più l'anno, la Francia 1,9 miliardi, l'Italia 1,4 e la Spagna 0,9.

Ma le conseguenze più gravi, sottolinea il rapporto, sarebbero politiche. Una Brexit sarebbe un "duro colpo" e un "passo indietro" per il processo di integrazione europeo e inevitabilmente finirebbe per indebolire la Ue. "Siamo quindi fermamente convinti che la somma degli svantaggi economici e politici di una Brexit sarebbero negativi per tutti. Questa ipotesi va evitata", concludono gli analisti della Bertelsmann Stiftung.

L'impatto di un possibile Brexit in appena 48 secondi (Fonte Vieuws) :

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