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Russia: i 15 anni di Putin al Cremlino, i 10 modi in cui ha cambiato il paese

07 maggio 2015 | 15.18
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In questi anni la Russia è cambiata, così come la retorica del presidente e il posto che il paese occupa nel mondo. Ecco in 10 punti gli elementi fondamentali del putinismo

Russia: i 15 anni di Putin al Cremlino, i 10 modi in cui ha cambiato il paese

Il 7 maggio del 2000 Vladimir Putin si insedia come presidente eletto al Cremlino, dove già lavora dalla fine del 1999, chiamato da Boris Eltsin a prendere il suo posto. In questi anni la Russia è cambiata, così come la retorica del presidente e il posto che il paese occupa nel mondo. Ecco in 10 punti gli elementi fondamentali del putinismo.

1. Putin si presenta, già da premier prima ancora che come presidente facente funzione e presidente eletto, come leader di guerra. Esordisce al potere, e guadagna consensi, con la guerra in Cecenia. La seconda in pochi anni. Promette ai suoi concittadini che i suoi militari avrebbero perseguito i terroristi fino nei gabinetti. Nel 2008, passa i confini: di nuovo premier, invia le forze militari in Georgia. Nel 2014, lo fa in Crimea e poi nell'est dell'Ucraina. In entrambi i casi, le operazioni avvengono sotto copertura, con militari senza segni di riconoscimento. Ma mentre per la Crimea, Putin ha ammesso il ruolo di Mosca, per il Donbass ha sempre negato la presenza di militari russi. Putin al Cremlino ribalta la cooperazione che il suo predecessore aveva avviato con la Nato, acconsentendo, seppur in modo riluttante, all'adesione dei paesi dell'ex patto di Varsavia, e poi dei Baltici all'Alleanza atlantica. La lotta per il controllo dell''estero vicino' di Mosca si fa evidente quando la Georgia di Mikhail Saakashvili si avvicina troppo all'Alleanza atlantica, e con l'avversione di Mosca al progetto di difesa antimissile che gli Stati Uniti vogliono sviluppare in Europa. La Polonia, i paesi scandinavi e i Baltici denunciano da mesi l'elevata tensione ai confini, con missioni sempre più frequenti dei mezzi russi. Putin rilancia il comparto militar industriale, con investimenti record che la crisi non intacca (81 miliardi di dollari nel 2015).

2. l'accentramento del potere: nel 2004 Putin firma una legge che assegna al presidente la nomina dei governatori delle regioni, e quindi dei membri del Consiglio della Federazione, un privilegio che in larga misura mantiene malgrado il tentativo di riforma di Dmitry Medvedev come timida risposta alle proteste del periodo 2011-2012. Assegna a Medvedev presidente di facciata per un breve periodo (2008-2012) la riforma della costituzione che gli garantisce la possibilità di altri mandati al Cremlino, dopo i primi due, ed estende il mandato del presidente da quattro a sei anni. La sua è una verticale del potere. Intorno a lui, il cerchio magico dei 'siloviki', gli uomini della forza con una carriera nei servizi che negli anni occupano le caselle del potere in Russia, dal governo alle imprese.

3. Culto della personalità. Dopo Boris Eltsin e l'immagine del presidente offuscata dagli effetti delle sbornie e malattie varie, Putin lancia il personaggio dell'uomo forte: si presenta come judoka, ma anche come giocatore di hockey, un uomo che ama la natura, dove si fa ritrarre con animali feroci e a torso nudo.

4. L'economia di stato. Aiutato dall'aumento dei prezzi del petrolio e del gas di cui la Russia è esportatrice, un aumento che coincide con il suo periodo al potere venuto meno solo di recente, Putin assicura il pagamento di pensioni e stipendi dei dipendenti pubblici e consolida così il consenso del ceto medio. In questi ultimi 15 anni, prima dell'introduzione delle sanzioni lo scorso anno, la Russia si integra al sistema finanziario internazionale e nelle grandi città nasce una nuova classe di professionisti con cui sancisce il patto non scritto libertà di fare affari, viaggiare, esportare capitali, educare i propri figli all'estero, contro disinteresse per la politica, un patto che vacilla, ma non si rompe, con le proteste del periodo 2011-2012. Putin però non promuove le riforme necessarie per diversificare l'economia oltre le materie prime e consente al suo cerchio magico (il gruppo di potere che ha costituito negli anni novanta a San Pietroburgo) di controllare i grandi conlomerati economici con una elevata corruzione.

5. L'uso politico della giustizia. L'arresto del patron della Yukos Mikhail Khodorkovsky nel 2003 segna una svolta nel potere del Cremlino: gli oligarchi non possono più mettere naso in politica e la giustizia è al servizio del potere. Nasce in seguito la Commissione inquirente che si affianca alla magistratura per seguire le inchieste sensibili. Dal suo ritorno al Cremlino nel 2012, la situazione ha subito un brusca accelerazione, con i numerosi casi giudiziari aperti nei confronti dell'oppositore Aleksei Navalny (e del fratello Oleg ora in carcere) oltre che dei manifestanti della Piazza Bolotnaya, teatro dell'ultima manifestazione di grandi dimensioni alla vigilia del suo nuovo insediamento. La paura di Putin per 'rivoluzioni colorate' o Maidan si traduce nell'inasprimento delle leggi sulle proteste e nella legge contro le organizzazioni nopn governative che si uccupano di politica e ricevono finanziamenti dall'estero, costrette a iscriversi nel registro degli "agenti stranieri", un termine che in Russia si traduce come spie.

6. La Cecenia. Putin riesce a imporre la pace in Cecenia, la piccola repubblica del Caucaso devastata da due guerre viene ricostruita grazie a ingenti finanziamenti che solo da poco Mosca ha interrotto. La guerriglia sempre più islamista, da indipendentista, si sposta nel vicino Daghestan, e in questi mesi in Siria e in Iraq, e il presidente ceceno Ramzan Kadyrov e i suoi kadirovsky aquisiscono potere oltre i confini della repubblica del Caucaso.

7. L'inversione del crollo demografico. Il grande problema della Russia viene spesso citato da Putin che sostiene di averlo risolto (dal crollo dell'Urss, la Russia perde un milione di cittadini l'anno). Nel 2010, la popolazione ricomincia a crescere, i russi riprendono a fare figli. Secondo i dati ufficiali, la Russia ora ha una popolazione di 146 milioni di persone, dai 142 del 2008. Nel 2014, arrivano 2,2 milioni di crimeani. Solo a gennaio tuttavia, le nascite sono diminuite del quattro per cento. Con la crisi economica la situazione potrebbe di nuovo cambiare.

8. L'alleanza con la Chiesa ortodossa. In nome della tradizione e del contrasto ai valori libertari occidentali, Putin e il Patriarca di Mosca e di tutte le Russia procedono all'unisono. Viene introdotta in tutto il paese una legge contro la propaganda gay di fronte ai minori. Putin mette in discussione l'Occidente e il suo sistema di valori, facendo leva e sponda ai partiti euroscettici in Europa, contestando interventi militari in paesi terzi. L'esito delle primavere arabe e la diffusione dell'Is consentono al suo capo della diplomazia Sergei Lavrov di rivendicare la correttezza della posizione di Mosca.

9. L'uso della storia. Il messaggio di Putin ricorre alla storia del paese, da cui sono selezionati temi 'a' la carte'. In particolare, è la Grande guerra patriottica e il concetto di "Vittoria" che viene enfatizzato. La Novorossya conquistata nel Settecento viene evocata per definire l'est dell'Ucraina anche nei discorsi ufficiali. La vocazione imperiale della Russia riproposta in altri termini nell'Unione sovietica, che ha detto di considerare come "la più grande catastrofe geopolitica del secolo", ha come elemento portante l'ideologia del neo conservatorismo in sostituzione del comunismo.

10. Il controllo dei media. Sin dall'operazione poco dopo il suo insediamento contro la holding Media-Most a cui faceva capo l'emittente televisiva Ntv, Putin da subito segnala la sua intenzione di limitare il potere di giornali e televisioni che in pochi anni, dagli anni della Perestroika, si erano imposti con standard molto alti. La seconda guerra in Cecenia è chiusa alle televisioni, Anna Politovskaya, che sarà uccisa nel 2006, è una delle poche testimoni degli abusi delle forze russe contro i civili ceceni. Dal 2012 sono costretti a chiudere o ridimensionarsi media indipendenti e il controllo sulle comunicazioni, anche su Internet, è inasprito. Crea il polo dell'informazione Rossiya Segodnya che assorbe l'emittente di sole notizie RT e l'agenzia di stampa Riua Novosti.

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