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Immigrati: Paesi Ue divisi su agenda Commissione e quote rifugiati/scheda

12 maggio 2015 | 15.50
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Se sulle linee generali c'è il consenso di tutti i Paesi, come emerso nel vertice straordinario dei leader Ue dello scorso 23 aprile, sui dettagli e sui numeri le divisioni sono ancora profonde. E per approvare la risoluzione dell'agenda in Consiglio Ue servirà la maggioranza qualificata, ossia 15 Paesi in rappresentanza di almeno di 65% della popolazione.

Immigrati: Paesi Ue divisi su agenda Commissione e quote rifugiati/scheda

E' ancora in fase di limatura la bozza dell'agenda della Commissione europea sull'immigrazione, che domani sarà discussa e approvata dal collegio dei commissari. Il documento si basa su alcuni pilastri: il rafforzamento delle operazioni di salvataggio in mare, il contrasto alle organizzazioni di trafficanti di esserei umani, la distribuzione dei rifugiati già presenti in Europa e dei nuovi richiedenti asilo e il consolidamento delle relazioni con i Paesi di origine e transito dei flussi migratori.

Se sulle linee generali c'è il consenso di tutti i Paesi, come emerso nel vertice straordinario dei leader Ue dello scorso 23 aprile, sui dettagli e sui numeri le divisioni sono ancora profonde. E per approvare la risoluzione dell'agenda in Consiglio Ue servirà la maggioranza qualificata, ossia 15 Paesi in rappresentanza di almeno di 65% della popolazione.

I Paesi del Mediterraneo più esposti ai flussi, fra cui Italia, Spagna, Grecia, Francia e Malta, sono i maggiori sostenitori dell'agenda: hanno insistito per rafforzare le operazioni per il salvataggio dei migranti in difficoltà come Triton e per introdurre quote per la distribuzione all'interno della Ue dei richiedenti asilo. Anche la Germania, con tutto il suo peso politico, si è schierata per una maggiore condivisione degli oneri legati all'immigrazione, così come Svezia, Austria e Paesi Bassi.

Decisamente contrari alle nuove iniziative della Commissione europea sono i Paesi dell'Est Europa, anche se con diverse sfumature. Polonia, Paesi baltici, Ungheria, Romania, Repubblica Ceca e Slovacchia sono restii ad accogliere i richiedenti asilo e a introdurre un sistema di quote per suddividere più equamente i richiedenti asilo.

Gran Bretagna e Irlanda, invece, godono di clausole di eccezione e hanno l'opzione di opt-in sul titolo V della parte terza dei Trattati, che riguarda tra l'altro anche le politiche relative ai controlli alle frontiere, all'asilo e all'immigrazione. Londra e Dublino potranno decidere entro tre mesi dalla presentazione della proposta se partecipare o meno alle iniziative previste dall'esecutivo di Bruxelles. Ma la Gran Bretagna ha già annunciato la propria opposizione a ogni distribuzione dei richiedenti asilo che non sia su base volontaria.

La Danimarca ha un diritto di opt-out sulla Politica estera e di sicurezza comune, sotto cui sarà organizzata l'operazione militare per smantellare le attività delle organizzazioni di trafficanti di esseri umani e per distruggere i loro barconi.

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