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Burundi in fiamme, ancora proteste a Bujumbura. Allarme Oxfam: "I profughi sono ormai 105mila"

18 maggio 2015 | 19.18
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Tornato in patria dopo il fallito golpe militare, il presidente Pierre Nkurunziza ha destituito i ministri della Difesa, degli Esteri e del Commercio

 (foto Oxfam)
(foto Oxfam)

Tornato in patria dopo il fallito golpe militare, il presidente del Burundi, Pierre Nkurunziza, ha destituito oggi i ministri della Difesa, degli Esteri e del Commercio.

Alla Difesa, il generale Pontien Gaciyubwenge viene sostituito da un civile, Emmanuel Ntahomvukiye, che non ha esperienza di governo ma è ritenuto un fedelissimo del presidente. Il generale aveva incoraggiato l'esercito a rimanere neutrale durante le manifestazioni in corso da tre settimane contro la candidatura di Nkurunziza per un terzo mandato consecutivo. Inoltre aveva ribadito pubblicamente il sostegno delle forze armate allo "spirito di Arusha", ovvero all'accordo che nel 2005 mise fine alle guerra civile e che prescrive un massimo di due mandati presidenziali.

Il ministro degli Esteri Laurent Kavakure viene sostituito dal portavoce presidenziale Alain Aime Nyamitwe. Secondo diversi osservatori, Kavakure è accusato di non aver saputo convincere la comunità internazionale della legittimità della sua terza candidatura per il voto del 26 giugno. Infine Irina Inantore andrà al Commercio al posto di Marie Rose Nizigiyimana, criticata per la carenza di carburante.

La destituzione del generale Gaciyubwenge rischia di inasprire ulteriormente le divisioni all'interno dell'esercito, dopo che alcuni soldati si erano schierati dalla parte del fallito golpe, tentato la settimana scorsa dall'ex capo dell'intelligence, generale Godefroid Niyombare, mentre il presidente era all'estero. Intanto proseguono le proteste a Bujumbura, la capitale, dove vi sono stati oltre 20 morti dallo scorso 26 aprile, l'ultimo dei quali ucciso oggi.

Mentre si aggrava l'emergenza profughi. Dallo scoppio degli scontri pre-elettorali a fine aprile, sono già oltre 105mila le persone in fuga dalla violenza. Lo denuncia un comunicato di Oxfam, secondo il quale nell'ultima settimana c'è stato un aumento esponenziale del numero di rifugiati che dal Burundi sono scappati verso la Tanzania, dove adesso si trovano oltre 70mila profughi, in maggioranza donne e bambini.

Per questo Oxfam, già presente in Tanzania, è al lavoro per soccorrere la popolazione attraverso la fornitura di acqua pulita, materiale sanitario e materiale per la costruzione di latrine, istruendo inoltre i profughi sulle corrette norme igieniche utili a prevenire la diffusione di malattie.

“Stiamo monitorando il rapido aggravamento della delicata situazione politica in Burundi, ricordata ieri anche da Papa Francesco - spiega la responsabile dell'Ufficio Africa di Oxfam Italia, Silvia Testi - Un quadro che, in vista delle elezioni presidenziali di fine giugno, potrebbe aggravarsi ulteriormente: con un enorme impatto umanitario sulla popolazione, sia all'interno nel Paese che in tutta la regione con l'estendersi del conflitto".

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