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Usa: metro Washington vieta manifesti con vignetta Maometto

29 maggio 2015 | 17.06
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Il timore è che provochi rappresaglie ed attacchi come quello dello scorso 3 maggio in Texas

(Foto Infophoto)
(Foto Infophoto)

Non saranno affissi nella metropolitana di Washington o sugli autobus della capitale i manifesti con la vignetta su Maometto vincitrice del controverso concorso a Garland, in Texas, obiettivo, lo scorso 3 maggio, di un attacco che si è concluso con la morte dei due assalitori, Nadir Hamid Soofi e Elton Simpson. Il consiglio d'amministrazione di Metro infatti ha deciso, con voto unanime, di bocciare la richiesta di spazi pubblicitari avanzata dall'American Freedom Defense Initiative, controverso gruppo accusato più volte di propaganda anti-Islam.

A motivare la decisione dei responsabili dei mezzi di trasporto urbani di Washington sono state anche, e soprattutto, preoccupazioni per la sicurezza. "Se si mette un manifesto del genere su un autobus, lo si rende subito un target per i terroristi, ed un rischio a cui non vogliamo esporre i nostri passeggeri", ha dichiarato un alto funzionario dell'azienda Metro.

Il rifiuto ha fatto infuriare Pamela Geller, la presidente del gruppo che ha organizzato il concorso in Texas ed altre iniziative del genere per le quali molti la ritengono una vera e propria islamofoba: "questi codardi possono sostenere che in questo modo tengono le persone al sicuro - ha detto - ma così facendo rendono tutto più pericoloso per gli americani dovunque. Ricompensare i terroristi con la sottomissione è una sconfitta, un'assoluta e completa sconfitta".

Parole di fuoco che fanno pensare che la Geller intenda sfidare in tribunale la decisione di Metro, come ha già fatto a New York contro una simile decisione presa dalla Mta, l'azienda di traposrto urbano newyorkese. Il mese scorso il gruppo ha vinto il ricorso di fronte ad un tribunale federale, ma la Mta per evitare il rischio di dover far esporre manifesti dai contenuti anti-Islam nelle sue stazioni ha per il momento vietato tutti i manifesti per campagne di opinione.

La stessa mossa che ha fatto l'azienda che gestisce metropolitana e autobus di Filadelfia, sempre per bloccare i manifesti della Geller. A Chicago già dal 2013 nelle stazioni della metro sono spariti i manifesti per campagne di opinione.

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