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Grecia: Krugman, voti 'no' e sia pronta a lasciare euro

29 giugno 2015 | 14.58
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"La Grecia deve votare 'no' e il governo greco deve essere pronto, se necessario, a lasciare l'euro". E' quanto scrive Paul Krugman in un commento sul New York Times in cui argomenta che le ragioni che lo spingono a sostenere il no - in una situazione in cui la "Grecia appare aver raggiunto il punto di non ritorno, con le banche chiuse e il controllo sui capitali" - sono di natura economica e, soprattutto, politica.

Dalla troika "alla Grecia è stata presentata un'offerta prendere o lasciare effettivamente non distinguibile dalle politiche degli ultimi cinque anni", scrive l'economista americano, Premio Nobel 2008, che nell'articolo ribadisce la sua nota opposizione alle politiche di austerity considerate le vere responsabili della mancata ripresa della Grecia nonostante gli enorme sacrifici sostenuti dalla popolazione.

Per Krugman quella dei creditori internazionali era una mossa calcolata per "distruggere la ragione d'essere politica" di Tsipras e toglierlo dal governo "cosa che molti probabilmente succederà se i greci dovessero votare sì al referendum".

Ma - aggiunge l'economista liberal - vi sono tre ragioni che dovrebbero spingere i greci in direzione contraraia: "la prima, noi sappiamo che politiche di austerity ancora più dure sono un vicolo cieco: dopo cinque anni la Grecia sta peggio di prima. La seconda - argomenta ancora - il temuto caos del Grexit sta già succedendo".

"Ed infine, accettare l'ultimatum della troika sarebbe l'abbondono finale di ogni pretesa di indipendenza greca". Sarebbe la vittoria definitiva di "tecnocrati che sono in realtà degli illusionisti non tengono conto di niente di quello che sappiamo di macro economia e che finora hanno sbagliato tutti i passi".

E finora hanno sempre esercitato il potere minacciando di "staccare la spina all'economia greca" minaccia che persiste fino a quando "l'uscita dall'euro viene considerata impensabile". "Così è venuto il momento di mettere fine a questo impensabile - conclude - altrimenti la Grecia dovrà fronteggiare austerity senza fine e una depressione senza segnali di ripresa".

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